Vocabolario Dantesco
avertere v.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia aversi Par. 33.78 (:).
Avertere gli occhi 1.
Prima att. Latinismo da avertere (LEI s.v., 3, 2654.46 e cfr. Viel, «Quella materia ond’io son fatto scriba», p. 196), con una sola altra occ., di poco posteriore ma indipendente, nei testi delle Origini (più altre due del participio con funzione aggettivale: cfr. TLIO, s.vv. avertere 1 averso 1). Verbo di largo impiego nei testi classici, patristici, scolastici e nelle Scritture, non risulta tuttavia mai adottato dai volgarizzatori due-trecenteschi (cfr. Corpus CLaVo), che surrogano con equivalenti che coprono tutto lo spettro denotativo e connotativo del verbo lat., quali rimuovere, togliere, scacciare (e anche rifiutare, dispregiare, escusare) e - non esclusivi ma caratteristici dei riferimenti agli occhi e allo sguardo - volgere, rivolgere, stravolgere, tornare, voltare. In linea il comportamento dei commentatori antichi («s’elli avesse torto il viso», Iacomo della Lana, ad l.; «fusser aversi; cioè si fussero partiti e cessati da esso», Francesco da Buti, ad l.), che individuano con precisione il senso mistico e paradossale della terzina, vv. 76-78 (Francesco da Buti, ad l.: «Lo contrario opera la luce divina a quello che opera la luce del mondo: la luce del mondo, quando avanza la potenza sensitiva, corrompe lo senso; ma la luce divina, quanto più cresce nell’anima umana, tanto più cresce lo cognoscimento e lo diletto»).
Locuz. e fras. La locuz. avertere gli occhi (vd. anche occhio) pare qui di ascendenza biblica; notevole in partic. il riscontro con Cant. 6.4: «Averte oculos tuos a me, quia ipsi me avolare fecerunt», anche per la corrispondenza di avolare fecerunt con «sarei smarrito» del v. 77 (vd. smarrire).
Autore: Paolo Rondinelli.
Data redazione: 04.02.2021.
Data ultima revisione: 23.03.2021.
1 Volgere altrove. Avertere gli occhi: distogliere lo sguardo.
[1] Par. 33.78: Io credo, per l'acume ch'io soffersi / del vivo raggio, ch'i' sarei smarrito, / se li occhi miei da lui fossero aversi.