Commedia |
vibra Purg. 27.1 (:). |
Prima att. Voce dotta dal
lat. vibrare 'agitare, scuotere' (DELI 2 s.v.
vibrare): come spiega Viel (
«Quella materia ond'io son fatto scriba», p. 396) «la base è certo il lat.
vibrare, che già nel lat. tardo significava 'lanciare'; occorre però rilevare l'alto impiego del termine nel dominio oitanico (a. fr.
virer 'lancer en faisant tournoyer (une arme)'), non si può escludere il gallicismo semantico». L'unica occ. del verbo nella
Commedia è rif. al sole, che invia i propri raggi sopra Gerusalemme nell'indicazione temporale che apre il canto 27 del
Purgatorio («come altre volte, Dante indica l'ora facendo rif. ai quattro punti cardine della terra nella sua cosmografia», Chiavacci Leonardi,
ad l.), in rima con
libra (vd.). Dopo l'uso dantesco, il verbo è poi adoperato in tutto il Trecento, spec. col signif. di 'brandire un'arma prima di scagliarla'; ricorre in rima con
libra in
Niccolò de Rossi, Rime,
Marino Ceccoli e
Petrarca, Canzoniere, dove è prob. la ripresa dantesca (vd. TLIO s.v.
vibrare).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 01.02.2019.
Data ultima revisione: 12.07.2022.