Commedia |
3 (2 Purg., 1 Par.). |
Commedia |
ventilando Par. 31.18; ventilate Purg. 8.30 (:); ventilonne Purg. 19.49 (:). |
Prima di Dante, il v. è doc. unicamente nelle
Questioni filosofiche di fine Duecento (es. «In lo xx.o cap(itol)o s'ademanda perké ventillandose [o rostandosi] alcuna persona, in lui se genera magiur calore reposato de ventillare», ivi, L. IV, pt. 3, cap. 20, p. 112; cfr.
Corpus OVI). Fra i testi posteriori – quasi esclusivamente di area tosc. nell'accezione indicata – risultano cospicue le occ. di
ventilare rilevabili negli scritti boccacciani (es. «il giovane figliuolo della dea, ventilando le sante penne lucenti d'oro chiarissimo...»,
Ameto, 32, p. 779). Nel poema il v. è impiegato sempre con rif. alle ali degli angeli che, battendo, smuovono l'aria e generano vento. Si isola al §
2 l'unica occ. di
ventilare con valore passivo (così
Francesco da Buti,
ad l.: «cioè le ditte vesti verdi erano percosse da l'ali verdi di rieto, e ventilate; cioè dimenate e dibattute dal vento de le ditte ali, che faceano li angiuli...»).
Locuz. e fras. L'espressione
ventilare il fianco vale meton. 'battere le ali' e dunque 'volare', come ben recepiscono i commentatori (cfr. per es.
Francesco da Buti,
ad l.: «
elli; cioè li detti Agnoli,
acquistavan; cioè da Dio,
ventilando il fianco; cioè battendo le loro ale. Quando li angeli battono l'ale, fanno vento»).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 21.09.2020.
Data ultima revisione: 02.11.2020.