Commedia |
unghiate Inf. 6.17. |
Prima att. Dal part.
ungulatus, 'provvisto di unghie', ricorre nella
Commedia col signif., già att. in lat., di 'dotato di artigli' (cfr. anche ED s.v.
unghiato). L'unica occ. è a Inf. 6.16, nella descrizione di Cerbero, custode del cerchio dei golosi: così come il
ventre (vd.) largo ne indica la voracità e l'ingordigia, le mani
unghiate, con cui graffia e squarta i dannati, rappresentano la sua rapacità. Inglese (
ad l.) nota che alcuni dettagli fisici che compongono la descrizione di Cerbero sembrano di invenzione dantesca: ad es. l'espressione «uncaeque manus» è già in Verg.,
Aen., III. 217, ma ricorre nella raffigurazione delle Arpie. L'agg. risulta poi scarsamente att. nel Trecento: ricorre esclusivamente nelle riduzioni in volgare dell'
Eneide e nei commenti danteschi (cfr.
Corpus TLIO).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 13.01.2021.
Data ultima revisione: 19.03.2021.