Vocabolario Dantesco
attergare v.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia atterga Inf. 20.46 (:).
Att. solo nella Commedia e cit. nei commentatori. Formazione verbale parasintetica su tergo (vd.), di prob. matrice dantesca (cfr. Di Pretoro, Innovazioni lessicali, p. 8) su modello di dosso > addossare. Il verbo, nella forma atterga, occorre nel poema un'unica volta, in rima con verga (vd.) e alberga (vd.), nella rappresentazione degli indovini, tutta costruita sull'innaturale posizione della testa rispetto al corpo: tali dannati procedono infatti all'indietro, con il volto girato verso le reni («ché da le reni era tornato 'l volto / e in dietro venir li convenia», vv. 13-14). Aronta dunque avanza indietreggiando, seguendo con le spalle il ventre di Tiresia. Rinuncia invece a questo singolare aspetto dinamico l'interpretazione – pure ammissibile – di attergare come 'porsi al tergo', che gioca naturalmente sul fatto che «il ventre è in luogo di tergo, cioè della parte di drieto» (Ottimo, ad l.).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 03.04.2020.
Data ultima revisione: 04.05.2020.
1 Pron. Avvicinarsi accostando il proprio tergo.
[1] Inf. 20.46: Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga, / che ne' monti di Luni [[...]] / ebbe tra ' bianchi marmi la spelonca / per sua dimora...