Vocabolario Dantesco
spoltrire v.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia spoltre Inf. 24.46 (:).
Prima att. Da poltro (vd.), con s- privativo, il verbo può essere considerato, come già arguiva Di Pretoro, Innovazioni lessicali (p. 25), un neologismo foggiato su poltrire (che però è att. solo a partire dal sec. XVI) o piuttosto sull'agg. poltro  (vd.). L'etimologia assai discussa di poltro (per cui vd. rel. Nota) si riflette su quella del verbo spoltrire che, se pure è chiosato univocamente da tutti i commentatori come 'scuotere dall'ozio', presenta riferimenti etimologici non univoci: Benvenuto da Imola glossa ad es. «idest, quod tu exuas pullum, scilicet quod non sis amplius puer et pultronus, sed viriliter et fortiter agas»; Cristoforo Landino, invece, spiega «da poltro, che significa il letto nel quale l'uomo s'appigrisce e s'impoltronisce». Il verbo ricorre nel severo ammonimento che Virgilio rivolge a Dante quando quest'ultimo si ferma, spossato, nella salita lungo la ripida costa per uscire dalla sesta bolgia: una sequenza che «appare con tutta evidenza una figurazione del cammino di Dante visto nella sua dinamica interna: lo scoraggiamento e il riconforto, la fatica del salire e la tentazione di fermarsi, il riprendersi infine con il coraggio dell'animo "che vince ogne battaglia"; dove Virgilio non è, come sempre, se non la voce stessa della coscienza morale di Dante» (Chiavacci Leonardi, Introduzione al canto XXIV, p. 702). Il verbo spoltrire è scarsamente att. nel Trecento (vd. TLIO s.v. spoltrire); cfr. anche l'affine spoltronire, att. esclusivamente nel commento di Francesco da Buti (ad l.).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 28.02.2022.
1 Pron. Scuotersi dall'ozio.
[1] Inf. 24.46: «Omai convien che tu così ti spoltre», / disse 'l maestro; «ché, seggendo in piuma, / in fama non si vien, né sotto coltre...