Vocabolario Dantesco
spaventare v.
Commedia 2 (1 Inf., 1 Purg.).
Altre opere1 (1 Vn.).
Commedia spaventato Purg. 9.42; spaventi Inf. 29.108 (:).
Altre opere spaventami Vn 37.6-8.10.
Dal lat. tardo expaventare (LEI s.v. *expaventare, 22, 549.32), il verbo è ampiamente att. in volg. a partire da Giacomo da Lentini dove viene impiegato con il signif. di 'mettere in apprensione', con rif. alla sensazione che il poeta prova di fronte a un amore che egli desidera ma non può avere, per cui esso presenta un valore attenuato rispetto a quello principale di 'incutere una forte paura' (vd. TLIO s.v.). In Dante il lemma compare in primis nel sonetto di Vn 37.8.10, con una sfumatura semantica più precisa in quanto esso «significa una particolare forma di sgomento amoroso, di chi vorrebbe restar fedele all'antico amore e non è più certo di poterlo fare» (vd. ED). Nell'occ. di Purg. 9.42 il part. pass. spaventato ha valore iperbolico e si trova all'interno di una doppia similitudine: Dante, ridestatosi improvvisamente all'ingresso del Purgatorio, paragona il proprio stupore a quello di Achille nel momento in cui si risvegliò a Sciro dopo il rapimento della madre Teti, e poi impallidisce come colui che, colto dal terrore, si raggela (vd. anche spaventato). A Inf. 29.108 il verbo viene impiegato a fine verso con un'accezione meno forte: Dante chiede agli alchimisti di palesare la loro identità in modo da serbarne memoria, a meno che la loro turpe pena non li scoraggi da tale proposito, per cui il lemma assume un signif. affine al lat. deterrere 'distogliere', 'dissuadere', come notano alcuni commentatori moderni (vd. Gregorio Di Siena, ad l.; Chimenz, ad l.; Chiavacci Leonardi, ad l.). Vd. anche il sost. spavento.
Autore: Sara Ferrilli.
Data redazione: 04.03.2024.
Data ultima revisione: 19.07.2025.
1 Rimanere fortemente impressionato (con valore iperbolico).
[1] Purg. 9.42: Non altrimenti Achille si riscosse, / li occhi svegliati rivolgendo in giro / e non sappiendo là dove si fosse, / quando la madre da Chirón a Schiro / trafuggò lui dormendo in le sue braccia, / là onde poi li Greci il dipartiro; / che mi scoss' io, sì come da la faccia / mi fuggì 'l sonno, e diventa' ismorto, / come fa l'uom che, spaventato, agghiaccia.
2 Scoraggiare da un proposito.
[1] Inf. 29.108: «Se la vostra memoria non s'imboli / nel primo mondo da l'umane menti, / ma s'ella viva sotto molti soli, / ditemi chi voi siete e di che genti; / la vostra sconcia e fastidiosa pena / di palesarvi a me non vi spaventi».