Vocabolario Dantesco
ruscello s.m.
Commedia 4 (3 Inf., 1 Purg.).
Commedia ruscel Inf. 7.107, 15.2; ruscello Inf. 14.79 (:), Purg. 22.150 (:).
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Dal lat. volg. rivuscellum (DELI 2 s.v. ruscello; att. in doc. lat. tosc. tra la fine del sec. X e la fine del sec. XII, per es. Pisa, 988: «et alio cap(ut) tenet in rivoscello», cfr. GDT, p. 560.). La prima att. in volgare è in Brunetto Latini, Tesoretto (cfr. Corpus OVI). Nonostante Dante usi pure il suffissato ruscelletto (vd.), ruscello mantiene il valore etimologico di dimin., come si evince dalle chiose dei commentatori: Boccaccio nella sua glossa a Inf. 7.107 usa la formazione indigena diminutivale da rivo (vd.) con suff. -ello: «ruscello, cioè rivicello». Il valore che viene attribuito al sost. è provato anche dal fatto che a Purg. 22.148 lo stesso Boccaccio chiosa con ruscello il rigagno (vd.) di Inf. 14.121. Francesco da Buti, che glossa con «rio» e «rivo», rispettivamente a Inf. 7.107 e a Purg. 22.148, commenta l'occ. a Inf. 14.79 con «piccolo fiumicello». Anche nei commenti latini (per es. Guido da Pisa) si sottolinea l'esiguità del corso d'acqua, poiché il vocabolo viene glossato con rivulus, più raramente con rivum. Un'interpretazione a parte viene da Iacomo della Lana, che fin dall'introduzione alle glosse di Inf. 7 interpreta Rusello (poi nelle forme Rossello/Russello nella glossa a Inf. 7.100) come nome proprio e presuppone una derivazione da rosso, a causa del sangue bollente che contiene «Russello è quaxi a dire sanguinolento» (Inf. 7.100). Con il sintagma tristo ruscel di Inf. 7.107 si individua il corso d'acqua che dà origine alla palude (vd.) stigia. Concordi tutti i commentatori. Per es. Boccaccio, che sente l'esigenza di riordinare la sintassi del passo, parafrasa «"questo tristo ruscello", cioè rivicello, "fa una padule [...] c'ha nome Stige"»; Francesco da Buti: «Qui dimostra come di questo rio ch'esce di questa fonte, si fa una palude che si chiama Stige, la quale intornea la città di Dite». L'agg. tristo (vd.) allude alla tristitia, attributo che individua la palude fin dal commento di Servio a Aen. 6.134: «a tristitia Styx dicta est» (cfr. ED s.vv. fiume e Stige e Chiavacci Leonardi ad l.) e presente nei commentatori danteschi (per es. Francesco da Buti «questo nome Stige s'interpreta 'tristizia'»).
Autore: Veronica Ricotta.
Data redazione: 27.09.2018.
Data ultima revisione: 29.04.2019.
1 Corso d'acqua breve e di piccola o media portata.
[1] Inf. 14.79: Quale del Bulicame esce ruscello / che parton poi tra lor le peccatrici, / tal per la rena giù sen giva quello.
[2] Inf. 15.2: Ora cen porta l'un de' duri margini; / e 'l fummo del ruscel di sopra aduggia, / sì che dal foco salva l'acqua e li argini. 
[3] Purg. 22.150: Lo secol primo, quant' oro fu bello, / fé savorose con fame le ghiande, / e nettare con sete ogne ruscello
[Con rif. al corso d'acqua che dà origine alla palude Stige:] tristo ruscel.
[1] Inf. 7.107:  In la palude va c'ha nome Stige / questo tristo ruscel, quand' è disceso / al piè de le maligne piagge grige.