Da 
*bomb-; *bromb-; *bum-/ *bom-; *brum- 'suono, rumore; ordigno esplosivo' (LEI s.v. 
*bomb-, 6, 863.1), il verbo onomatopeico è att. sin dal Duecento e ricorre nella 
Commedia esclusivamente nella prima cantica, come anche il sost. 
rimbombo (vd.). È usato in senso proprio a 
Inf. 16.100, dove indica il suono fragoroso dell'acqua che si riversa impetuosamente nelle cascate di San Benedetto («Dante cerca tra i paesaggi a lui noti una cascata alta e ripida, il cui fragore possa paragonarsi a quello, da lui immaginato, delle acque del Flegetonte che piombano dall'alto nell'ottavo cerchio», spiega Chiavacci Leonardi 
ad l.). Nell'occ. di 
Inf. 6.99, invece, il verbo ricorre in senso fig. a indicare il perpetuarsi nel tempo («in etterno»), con il fragore di un tuono che riecheggia, della sentenza finale di Dio (che proclama la punizione eterna); 
Francesco da Buti, 
ad l., commenta questa occ. spiegando: «udirà l'ultima sentenzia che rimbomba; cioè risuona in eterno; cioè nell'eternità: però che Idio ab eterno così ordinò e dispose; o puossi intendere ancora, che in eterno rimbomba; cioè che non avrà fine in eterno; cioè in perpetuo, ponendo lo vocabolo non propriamente nella sua significazione, per licenzia poetica e colore retorico». La posizione di rima, con 
tomba e 
tromba dei vv. precedenti, amplifica ulteriormente l'onomatopea, riproducendo il fragore e suggerendo l'ineluttabilità del giudizio divino. La rima 
tomba / 
rimbomba è già in 
Monte Andrea (ed. Contini), tenz. 1, canz. 1, come nota anche Inglese, 
ad l. (vd. anche De Sal, 
Guittone (e i guittoniani), p. 132, cui si rimanda in gen. per i contatti stilistici coi guittoniani).
                            Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.10.2019.
Data ultima revisione: 21.07.2020.