Vocabolario Dantesco
accidioso agg.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia accidïoso Inf. 7.123.
Denominale da accidia (vd.), lemma al quale si rimanda per l'etimo e la def. del peccato a cui l'agg. si riferisce. Già presente nella latinità nelle forme accidiosusacediosus (cfr. TLL s.v. acediosus, 1, 355.64; MLW s.v. acedia e acediosus, ac(c)idiosus), l'agg. è att. per la prima volta in it. antico nelle Poes. an. urbin., XIII, con il signif. di ‘in preda all'accidia’ e quindi ricorre anche in Giordano da Pisa, Pred. Genesi e Prediche e in Zucchero, Esp. Pater, dove designa gen. lo stato di torpore e di indolenza correlato a tale peccato (per tutto cfr. TLIO s.v. accidioso). Nella Commedia accidiosoaccidia compaiono rispettivamente a Inf. 7.123 e a Purg. 18.132 e, prob. in virtù del dibattito mediev. sul tema, la raffigurazione dantesca sembra separare tra loro due complementari connotazioni del vizio. A questo proposito si veda quanto detto s.v. accidia, in Nota.
Autore: Veronica Ricotta; Sara Ferrilli.
Data redazione: 22.05.2018.
Data ultima revisione: 23.03.2025.
1 Dovuto all’accidia. ||  Vd. accidia, Nota.
[1] Inf. 7.123: Fitti nel limo dicon: "Tristi fummo / ne l'aere dolce che dal sol s'allegra, / portando dentro accidïoso fummo: / or ci attristiam ne la belletta negra".