Commedia |
3 (1 Inf., 2 Purg.). |
Commedia |
orbi Inf. 15.67 (:), Purg. 13.67; orbo Purg. 13.102. |
Altre opere |
orba Rime 106.9.
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Dal lat.
orbus 'privo' (spec. privo o privato dei figli, orfano o vedovo), da cui 'cieco', attraverso frequenti costrutti come
orbus oculis/
lumine (DELI 2 s.v.
orbo); entrambi i signif. passano all'it. antico (cfr. GDLI s.v.
orbo). In Dante, accanto al signif. proprio di 'cieco' (Purg. 13.67 e 102), a
Inf. 15.67, ricorre anche il signif. fig. 'privo di discernimento', per cui cfr. Jacomo della Lana («cieco, cioè grosso e non scientifico») e l'
Ottimo, che ne eplicita anche il successivo piano interpretativo («non veggono il vero, né discerneno la vertù dal vitio»). Per la leggenda cui fa riferimento il Brunetto-personaggio (a
Inf. 61-69) cfr.
Tesoro volg. 1.37.1-2 e il successivo
Giovanni Villani (13.17), che adotta lo stesso lessema
orbo. Nelle
Rime (106.9) si recupera l'unica att. dantesca come agg.
Autore: Francesca De Blasi.
Data redazione: 04.07.2018.
Data ultima revisione: 21.12.2018.