Vocabolario Dantesco
nocchiero s.m.
Commedia 5 (2 Inf., 2 Purg., 1 Par.).
Altre opere2 (2 Conv.).
Commedia nocchier Inf. 3.98, 8.80, Par. 23.69; nocchiere Purg. 6.77; nocchiero Purg. 2.43.
Altre opere nocchiero Conv. 4.4.5, 4.4.6.
Dal lat. nauclerus, a sua volta dal gr. ναύκληρος (DELI 2 s.v. nocchiere), nocchiero (anche nella forma nocchiere, anch'essa att. sin dal Duecento, vd. TLIO s.v. nocchiero) ricorre nella Commedia e nel Convivio con il signif. di 'chi guida un'imbarcazione'. Le occ. della Commedia sono rif. in partic. all'angelo traghettatore, il primo angelo del Purgatorio, che guida il «vasello snelletto e leggero» a Purg. 2.43, a Caronte a Inf. 3.98, a Flegiàs a Inf. 8.80. Il sost. ricorre infine in due celebri metafore: la prima, a Purg. 6.77, è la metafora topica dello stato come nave, che si ritrova anche in Conv. 4.4.5-6 («e questo è lo nocchiero, alla cui voce tutti obedire deono. [...] Per che manifestamente vedere si può che a perfezione della universale religione della umana spezie conviene essere uno, quasi nocchiero...») e in Epistole, 6, 3 («quod, solio augustali vacanti, totus orbis exorbitat, quod nauclerus et remiges in navicula Petri dormitant, et quod Ytalia misera, sola, provatis arbitriis deìrelicta omnique publico moderamine destituta, quanta ventorum fluentorumve concussione feratur verba non caperent...») e che rientra nell'ampio ricorso dantesco a metafore nautiche e marittime. La seconda metafora è quella di Par. 23.69, che riprende l'immagine, già all'inizio della cantica (Par. 2.1-9), dell'opera poetica come viaggio per mare. Per entrambi gli usi vd. mare e relativa Nota.
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.10.2019.
Data ultima revisione: 21.07.2020.
1 Chi guida un'imbarcazione dirigendone la navigazione.
[1] Purg. 2.43: Da poppa stava il celestial nocchiero, / tal che faria beato pur descripto; / e più di cento spirti entro sediero.
[Rif. a Caronte].
[6] Inf. 3.98: Quinci fuor quete le lanose gote / al nocchier de la livida palude, / che 'ntorno a li occhi avea di fiamme rote.
[Rif. a Flegiàs].
[7] Inf. 8.80: Non sanza prima far grande aggirata, / venimmo in parte dove il nocchier forte / «Usciteci», gridò: «qui è l'intrata».
1.1 [In contesto metaf.].
[1] Purg. 6.77: Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di provincie, ma bordello!
[2] Par. 23.69: non è pareggio da picciola barca / quel che fendendo va l'ardita prora, / né da nocchier ch'a sé medesmo parca.