ninfa s.f.
Commedia |
4 (3 Purg., 1 Par.). |
Commedia |
ninfe Purg. 29.4, 31.106, 32.98, Par. 23.26. |
Latinismo da
nympha, di origine
greca (DELI 2 s.v.
ninfa). Le att. prima di Dante si trovano nei volgarizzamenti di materia romana (
St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.>tosc.), ma come nome proprio, cfr. TLIO s.v.
ninfa), e in
Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.). Anche dopo la
Commedia il vocabolo è att. prevalentemente in volgarizzamenti da Ovidio e Virgilio e nei relativi apparati di chiose, oltre che nei commentatori danteschi, il che porterebbe a postulare una scarsa dimestichezza con il vocabolo, che esprime un referente della mitologia classica.
Autore: Veronica Ricotta.
Data redazione: 14.06.2017.
Data ultima revisione: 05.06.2018.
1 Divinità femminile dei boschi e delle acque.
[1] Purg. 29.4: E come ninfe che si givan sole / per le salvatiche ombre, disïando / qual di veder, qual di fuggir lo sole, / allor si mosse contra 'l fiume, andando / su per la riva; e io pari di lei, / picciol passo con picciol seguitando.
[2] Purg. 31.106: «Noi siam qui ninfe e nel ciel siamo stelle; / pria che Beatrice discendesse al mondo, / fummo ordinate a lei per sue ancelle.
– [Con rif. alla natura siderale delle ninfe].
[1] Par. 23.26: Quale ne' plenilunïi sereni / Trivïa ride tra le ninfe etterne / che dipingon lo ciel per tutti i seni, / vid' i' sopra migliaia di lucerne / un sol che tutte quante l'accendea, / come fa 'l nostro le viste superne; / e per la viva luce trasparea / la lucente sustanza tanto chiara / nel viso mio, che non la sostenea.
1.1 [Per identificazione con una delle sette Virtù].
[1] Purg. 32.98: In cerchio le facevan di sé claustro / le sette ninfe, con quei lumi in mano / che son sicuri d'Aquilone e d'Austro.