Vocabolario Dantesco
nardo s.m.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia nardo Inf. 24.111.
Le spighe di nardo sono utilizzate dalla fenice (vd.) per realizzare il nido nel quale, dopo cinquecento anni di vita, bruciare per poi rinascere. Come si legge in Ovidio, Met., XV, vv. 397-399, che Dante cita a Inf. 24.107-111, «nidum sibi construit ore, quo simul ac casias et nardi lenis aristas quassaque cum fulva substravit cinnama murra»: il nido è dunque composto da strati di casia, spighe di nardo, cinnamomo e mirra (vd.), e viene incendiato dal sole in modo che la fenice vi bruci, per poi rinascere dalle proprie ceneri (cfr. anche Inglese, ad l.).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 05.02.2020.
Data ultima revisione: 30.06.2020.
1 Erba odorosa di origine orientale in forma di spighe, usata per la confezione di profumi.
[1] Inf. 24.111: Così per li gran savi si confessa / che la fenice more e poi rinasce, / quando al cinquecentesimo anno appressa; / erba né biado in sua vita non pasce, / ma sol d'incenso lagrime e d'amomo, / e nardo e mirra son l'ultime fasce.