Prima att. Denominale da
lista (vd.), verbo doc. in testi mediolatini di metà Duecento con vari signif. tra cui quello di 'orlare' (cfr. DMLBS s.v.
listare). In volg. è att. il part. con funzione agg.
listato nell'
Intelligenza (ed. Berisso), sec. XIII (cfr. TLIO s.v.
listato). A
Par. 14.115
listare è impiegato in forma pron. con
si passivante nella descrizione del pulviscolo atmosferico (vd.
minuzia) fluttuante nel raggio di luce che, attraverso una feritoia, percorre una zona oscura. La spiegazione del fenomeno ottico, reso con precisione descrittiva, si riscontra già in Aristotele,
De anima, 404a e, tra gli autori lat., in Lucrezio,
De rerum natura, II.114-120, ma è prob. che arrivi a Dante tramite Lattanzio,
De ira dei, X.9 («sicut pulveris minutias videmus in sole, cum per fenestram radios ac lumen immiserit»). Dopo l'uso dantesco, il verbo ricorre con lo stesso signif. nella forma sia intrans. sia trans. (cfr. TLIO s.v.
listare; GDLI s.v.
listare, § 2). Come voce verbale di terza pers. sing.,
lista è lez. alternativa di
lista (vd. in partic.
Varianti) sost. a
Purg. 4.42: la diversa lettura ha indotto i copisti dei codd. Ash e Mad (ma anche La, che poi rivede) a sostituire
a centro con
il centro, conferendo al verbo il possibile senso geom. di 'intersecare con una linea retta (?)', con sogg.
il centro.
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 03.05.2023.