Commedia |
intoppo Purg. 24.96 (:), 33.42. |
Sost. deverbale da
intoppare (vd.), a sua volta parasintetico da
toppo, termine con il quale si indicava il tronco di un albero reciso (vd. Nocentini s.v.
toppo e
TLIO s.v.). Il termine è impiegato prima di Dante col signif. di 'ostacolo, impedimento' solo in
Egidio Romano volg., nella locuz.
avere intoppo, e poi in
Guido Orlandi e nell'
Anonimo Genovese (ed. Cocito), mentre l'unica occ. prima della
Commedia col valore di 'scontro militare' è in
Fr. da Barberino, Doc. Am. In Dante
intoppo presenta in totale due occ.: il signif. primario di 'ostacolo' si trova a
Purg. 33.42, all'interno dell'oscura profezia di Beatrice sul «cinquecento diece e cinque», dove il vocabolo è in dittol. sinon. con l'
hapax sbarro (vd.) e ne sottolinea la veridicità, per cui la congiuntura celeste sarebbe capace di superare qualsiasi impedimento che potrebbe frapporsi o ritardare l'avverarsi del presagio (vd.
Francesco da Buti, Purg.,
ad l.: «
Sigure d'ogn'intoppo; cioè d'ogni contraponizione,
e d'ogni sbarro; cioè d'ogni ritenimento»). Il lemma è impiegato anche a
Purg. 24.96, dove è posto in rima con
troppo e
gualoppo, nell'unica serie in
-oppo di tutta la cantica. Esso occorre nell'articolata perifrasi con cui Dante, per descrivere l'allontanamento di Forese Donati, lo paragona al cavaliere che esce dalla schiera per cercare lo scontro in battaglia. Vd. anche
rintoppo.
Autore: Sara Ferrilli.
Data redazione: 02.11.2023.
Data ultima revisione: 25.03.2024.