Commedia |
gratulando Par. 24.149 (:); gratular Par. 25.25. |
Prima att.
Latinismo rarissimo da
gratulari (DEI s.v.
gratulare), poco diffuso anche in mediolatino (cfr. Du Cange s.v.
gratulari) e non presente nelle opere lat. di Dante, dove ricorre invece l'avv.
gratulanter, in
De vulg. II XIV 2 (cfr. anche ED s.v.
gratulare). Ricorre esclusivamente nel
Paradiso, cantica in cui i latinismi di prima mano «abbondano e sono particolarmente significativi» (Manni,
Dante, p. 114), nei canti del cielo Stellato dedicati alle virtù teologali. Ha il signif. di 'rallegrarsi con qno' a
Par. 24.149 e, con valore di sost., a
Par. 25.25, dove il «gratular» è il saluto affettuoso e festante tra Pietro e Giacomo. Il verbo risulta poi scarsamente att. (vd. GDLI s.v.
gratulare), sin dal Trecento (vd. TLIO s.v.
gratulare): «se non fosse per un'occorrenza nella tarda
Cronaca fiorentina di marchionne di Coppo Stefani, sarebbe un
hapax dantesco» (Viel,
«Quella materia ond'io son fatto scriba», p. 260). Nel Trecento ricorrono, seppur sporadicamente, l'agg.
gratulante (vd. TLIO s.v.
gratulante) e il sost.
gratulazione, solo in volgarizzamenti (vd. TLIO s.v.
gratulazione).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 22.07.2021.