Vocabolario Dantesco
gibbo s.m.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia gibbo Par. 21.109.
Prima att. Latinismo da gibbus 'gobbo' (DELI 2 s.v. gibbo), pur con qualche riflesso popolare nelle lingue romanze (cfr. Viel, «Quella materia ond’io son fatto scriba», p. 258). Hapax nella Commedia, la voce è att. con il signif. di 'altura' e si rif. al monte Catria, tra Pergola e Gubbio, la vetta più alta tra i sassi (vd.) dell’Appennino umbro-marchigiano tra' i due liti d’Italia (Par. 21.106), alle cui pendici è posto l’insediamento monastico camaldolese di Fonte Avellana (vd. eremo). Buona parte dei commentatori concordano nell’intendere il sost. «montem altum, vel alpem» (es. Benvenuto da Imola); altri invece chiosano: «un gibbo, cioè uno scrigno» (Landino; vd. anche ED s.v. gibbo: «un gonfio, il qual 'gibbo' a Fiorenza 'scrigno' si chiama (Daniello)»). Va precisato che la minuziosa descrizione con cui Pier Damiano delimita geograficamente la sua terra natìa non esclude che Dante, esule a Ravenna, abbia osservato il monte Catria che proprio da lì appare come «un rigonfiamento, una gobba» (cfr. Chiavacci Leonardi, ad l.; Inglese, ad l.).
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 29.10.2021.
1 Rilievo montuoso che si innalza su altri vicini.
[1] Par. 21.109: «Tra ' due liti d'Italia surgon sassi, [...] e fanno un gibbo che si chiama Catria...