Vocabolario Dantesco
fummo s.m.
Commedia 18 (9 Inf., 8 Purg., 1 Par.).
Commedia fummo Inf. 7.123 (:), 8.12, 9.75, 15.2, 15.117, 24.51, 25.93, 25.118, 25.135, Purg. 5.113, 10.61, 15.142, 16.5, 16.25, 16.35, 16.142, 33.97, Par. 18.120.
Normale la forma fummo nel tosc. antico, anche in prosa (cfr. Parodi, Lingua, vol. II, p. 236). Tale tendenza è avvalorata anche dal codice Triv, il quale reca sempre la forma geminata (talora segnalata dal titulus: es. fūmo a Inf. 9.75, 15.2 ecc.). A Inf. 7.123 la presenza della doppia è garantita dalla posizione rimica (summo : fummo : fummo). Le att. del sost. si concentrano nelle prime due cantiche; l'unica occ. rilevabile nel Par. (18.20) è impiegata in un'immagine che allude alla corruzione della Curia romana. Per il resto, fummo fa per lo più rif. a esalazioni prodotte per combustione o per evaporazione (§§ 1, 1.1, 1.2), e spesso individua un elemento costitutivo della scenografia ultraterrena dantesca (cfr. per es. il fummo di Inf. 8.12 o di 15.2). L'att. di Inf. 24.51, contenuta nel solenne ammonimento di Virgilio, richiama il passo biblico di Sap. V, 15: «tamquam spuma gracilis quae a procella dispergitur et tamquam fumus qui a vento diffusus est». Con qualche incertezza è possibile accogliere fra i casi di 'esalazoni da combustione' (§ 1.1) anche l'occ. di Inf. 15.117, variamente interpretata sin dai primi commentatori: tra questi utlimi, legge 'fumo che si leva dalle ustioni dei dannati' Guido da Pisa («qui fumus surgit ex adustionibus animarum, que ab igneis vaporibus sic cremantur», ad l.), mentre Boccaccio pensa piuttosto a un «polverìo» (ibid.) sollevato dai piedi delle anime che si affrettano lungo il sabbione infuocato. Nel XVI del Purg., il fummo diviene concreto strumento della pena divina inflitta agli iracondi, con contrappasso evidente: costoro, che nell'«aere dolce» (Inf. 7.122) hanno vissuto accecati dall'ira, scontano ora la loro colpa immobili, immersi in una nebbia densa ed eterna. L'accostamento tra l'ra e la sfera semantica del calore – quindi del fuoco e della sua diretta conseguenza, ossia il fumo – è di antichissima trad.: per una ricostruzione delle sue fonti (massimamente, ma non esclusivamente, scritturali) e, in partic., per un'interpretazione del nesso ira-accidia di Inf. 7.123, cfr. Casagrande, «accidïoso fummo». Altrettanto "innaturale" è, poi, il fummo esalato dalle bocche e dalle piaghe dei ladri del XXV dell'Inf., che avvolge la prodigiosa serie di metamorfosi da questi subìta (§ 2.1).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 11.05.2018.
Data ultima revisione: 28.02.2019.
1 Emissione aeriforme densa e opaca che si produce per combustione o evaporazione.
[1] Inf. 24.51: sanza la qual [[scil. fama]] chi sua vita consuma, / cotal vestigio in terra di sé lascia, / qual fummo in aere e in acqua la schiuma.
[In contesto fig.].
[2] Par. 18.120: Per ch'io prego la mente in che s'inizia / tuo moto e tua virtute, che rimiri / ond' esce il fummo che 'l tuo [[scil. di Giove]] raggio vizia...
1.1 [Per combustione].
[1] Purg. 10.61: Similemente al fummo de li 'ncensi / che v'era imaginato, li occhi e 'l naso / e al sì e al no discordi fensi.
[2] Purg. 33.97: e se dal fummo foco s'argomenta, / cotesta oblivïon chiaro conchiude / colpa ne la tua voglia altrove attenta.
[Con rif. alle anime dei sodomiti, sottoposte alla pioggia di fuoco]. ||  Cfr. Nota
[3] Inf. 15.117: Di più direi; ma 'l venire e 'l sermone / più lungo esser non può, però ch'i' veggio / là surger nuovo fummo del sabbione. / Gente vien con la quale esser non deggio.
1.2 [Per evaporazione] (estens.).
[1] Inf. 8.12: Ed elli a me: «Su per le sucide onde / già scorgere puoi quello che s'aspetta, / se 'l fummo del pantan nol ti nasconde».
[2] Inf. 9.75: Li occhi mi sciolse e disse: «Or drizza il nerbo / del viso su per quella schiuma antica / per indi ove quel fummo è più acerbo».
[3] Inf. 15.2: Ora cen porta l'un de' duri margini; / e 'l fummo del ruscel di sopra aduggia, / sì che dal foco salva l'acqua e li argini.
[4] Purg. 5.113: Giunse quel mal voler che pur mal chiede / con lo 'ntelletto, e mosse il fummo e 'l vento / per la virtù che sua natura diede.
2 Nebbia fitta e scura che avvolge le anime degli iracondi.
[1] Purg. 15.142: Ed ecco a poco a poco un fummo farsi / verso di noi come la notte oscuro; / né da quello era loco da cansarsi.
[2] Purg. 16.5: Buio d'inferno e di notte privata / d'ogne pianeto, sotto pover cielo, / quant' esser può di nuvol tenebrata, / non fece al viso mio sì grosso velo / come quel fummo ch'ivi ci coperse...
[3] Purg. 16.25: «Or tu chi sè che 'l nostro fummo fendi, / e di noi parli pur come se tue / partissi ancor lo tempo per calendi?».
[4] Purg. 16.35: «Io ti seguiterò quanto mi lece», / rispuose; «e se veder fummo non lascia, / l'udir ci terrà giunti in quella vece».
[5] Purg. 16.142: Vedi l'albor che per lo fummo raia / già biancheggiare, e me convien partirmi / (l' angelo è ivi) prima ch'io li paia».
2.1 Esalazione emessa dalle anime dei ladri durante le metamorfosi.
[1] Inf. 25.93: Elli 'l serpente e quei lui riguardava; / l'un per la piaga e l'altro per la bocca / fummavan forte, e 'l fummo si scontrava.
[2] Inf. 25.118: Mentre che 'l fummo l'uno e l'altro vela / di color novo, e genera 'l pel suso / per l'una parte e da l'altra il dipela, / l'un si levò e l'altro cadde giuso...
[3] Inf. 25.135: e la lingua, ch'avëa unita e presta / prima a parlar, si fende, e la forcuta / ne l'altro si richiude; e 'l fummo resta.
3 Offuscamento delle facoltà morali (fig.).
[1] Inf. 7.123: Fitti nel limo dicon: "Tristi fummo / ne l'aere dolce che dal sol s'allegra, / portando dentro accidïoso fummo...