Vocabolario Dantesco
fronteggiare v.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia fronteggiar Inf. 20.71.
Att. solo nella Commedia e nei commentatori. Parasintetico da fronte (vd.) con suff. -eggiare (cfr. Tollemache, Suffissi, in ED, Appendice, p. 478). Viel, I gallicismi, p. 49, ipotizza un influsso del prov. frontejar (cfr. FEW s.v. frons, 3, 821b), ma non esclude una formazione indipendente del verbo. Nel passo dantesco, il denominale denota il 'tenere fronte' della fortezza scaligera, innalzata dai veronesi per opporre resistenza agli attacchi dei vicini bresciani e bergamaschi. Cfr. Maramauro, Exp., Inf. («frontegia Bergamo e Bressa, idest sta a fronte»), Francesco da Buti («da stare a fronte con Brescia e Bergamo, con le quali cittadi Peschiera è vicina et atta a difendersi da loro» oppure «atto ad essere alle frontiere ai Bergamaschi et ai Bresciani») (cfr. TLIO s.v. fronte, § 3.4 e frontiera  (1), § 1.2), Vellutello («Da contrastar Bresciani, e Bergamaschi, per esser posto alle frontiere de' territori di questi due popoli») e Castelvetro («posta per frontiera contra i suoi vicini»). Solo sfumature differenti in Benvenuto da Imola («ad obviandum brixiensibus et pergamensibus»), Cristoforo Landino («da obviare et resistere et obstare»), Bernardino Daniello («da mostrar la fronte e far resistenza» inteso come 'difendere il posto', cfr. Crusca [4] s.v. fronte). L'esegesi moderna propone univocamente 'far fronte'. Fuori del circuito esegetico il verbo conta due att. in Più e più volte tra me ragiono, frottola tosc.-pad. del 1391, col valore locativo di 'stare di fronte a qno' e con un prob. richiamo dantesco: «da la guarda d'un bicocho che frontegia il nobel locho di Pescera» (cfr. Corpus LiRIO). 
 
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 29.10.2021.
1 [Milit.] [Con rif. a una fortificazione:] fare fronte osteggiando.
[1] Inf. 20.71: Siede Peschiera, bello e forte arnese / da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi, / ove la riva 'ntorno più discese.