Vocabolario Dantesco
dificio s.m.
Commedia 2 (1 Inf., 1 Purg.).
Altre opere1 (1 Conv.).
Commedia dificio Inf. 34.7, Purg. 32.142.
Altre opere dificio Conv. 3.8.9; edificî Conv. 2.4.7, 4.8.9, 4.27.13; edificio Conv. 2.3.11.
Dal lat. aedificium (LEI s.v., 1, 964.48). Nell'accezione più comune di 'costruzione stabile, opera edilizia', il sost. è att. in volg. già dalla metà del sec. XIII, secondo un'ampia e varia distribuzione geolinguistica (vd. TLIO s.v. edificio). Ben rappresentati risultano anche i rif. del termine ai congegni "mobili" – dispositivi militari da offesa e da difesa, macchine agricole ecc. (vd. ancora TLIO s.v.) –, vitali ancora nell'it. quattro-cinquecentesco (cfr. per es. Crusca (4) s.v.; GDLI s.v.). Proprio a tale filone semantico appartengono anche le due occ. dantesche del poema, indicanti, a Purg. 32.142, il carro simbolico della Chiesa e, a Inf. 34.7, il «molin che 'l vento gira» (v. 6), cui è assimilata la visione, ancora non nitida, di Lucifero con le sue enormi ali. Per quest'ultima immagine in partic., che il poeta costruisce sulla recentissima innovazione tecnica dei mulini a pale alimentate dal vento, cfr. Manni, Il canto di Lucifero, p. 116 e bibliografia ivi indicata. Per entrambi i passi l'ed. Petrocchi accoglie la forma aferetica dificio, normale nel tosc. antico (cfr. Id, ad l., e TLIO s.v. edificio). Quella etimologica predomina invece nel Conv., dove edificio assume per lo più il valore di 'costruzione' (es. «e anco si manifesta in molti nomi antichi rimasi o per nomi o per sopranomi a lochi e antichi edificî come può bene ritrovare chi vuole» ivi, 2.4.7), anche in senso fig. (es. «Questo è lo soprano edificio del mondo, nel quale tutto lo mondo s'inchiude, e di fuori dal quale nulla è...» ivi, 2.3.11).
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 30.11.2021.
Data ultima revisione: 18.12.2021.
1 Grosso congegno adibito al compimento di varie funzioni, macchina. Dificio santo: carro allegorico della Chiesa che sfila nell'Eden.
[1] Purg. 32.142: Trasformato così 'l dificio santo / mise fuor teste per le parti sue, / tre sovra 'l temo e una in ciascun canto.
[Con rif. a Lucifero, in contesto fig.:] mulino.
[1] Inf. 34.7: Come quando una grossa nebbia spira, / o quando l'emisperio nostro annotta, / par di lungi un molin che 'l vento gira, / veder mi parve un tal dificio allotta...