Commedia |
delinque Purg. 33.45 (:). |
Latinismo da
delinquere (LEI s.v., 19, 860.29) adoperato solo in
Purg. 33.45, con rif. alla
fuia (la ladra) che pecca con il
gigante (il re di Francia). Nel
Corpus OVI, il verbo ritorna dopo Dante solo in testi documentari della metà del Trecento (vd. TLIO s.v.
delinquere), il che conferma la rarità del latinismo dantesco. A ulteriore prova, si può osservare che, come emerge dal
Corpus ClaVo, i traduttori del Due e Trecento evitano il calco per il lat.
delinquere: cfr. per es. nel
Vegezio volg. I.23.3 «delinquentes milites educuntur ad poenam» reso da Bono Giamboni con la perifrasi «i cavalieri si menano alla giustizia de' peccati ch' hanno commesso». Secondo Viel,
«Quella materia ond'io son fatto scriba», p. 238, l'uso dantesco di
delinquere potrebbe discendere dal mediolatino, in cui il verbo è att. anche col signif. di 'peccare', 'commettere peccato' (cfr. ivi per i riscontri).
Autore: Fiammetta Papi.
Data redazione: 20.06.2018.
Data ultima revisione: 28.02.2019.