Vocabolario Dantesco
cuticagna s.f.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia cuticagna Inf. 32.97 (:).
Prima att. Oltre che in Dante – e nei suoi commentatori – il sost. è att. solo nel Sacchetti più 'comico' (cfr. TLIO s.v. cuticagna). Derivata da cotica (lat. volg. *cutica, der. di cutis, -is 'pelle'; Nocentini s.v. cutica), la parola appartiene al registro umile in adeguamento alla statura dell'interlocutore, il traditore Bocca degli Abati (su cui cfr. ED s.v. cuticagna). La glossa di Iacomo della Lana a Inf. 32.97 («zoè, per li cavilli») e i versi successivi del poema, cioè il v. 99 («o che capel qui su non ti rimagna») e i vv. 104-105 («Io avea già i capelli in mano avvolti, / e tratti glien' avea più d'una ciocca»), rendono evidente il meccanismo di meton. che agisce su cuticagna (sull'interpretazione concordano i commentatori da Landino fino ai moderni; cfr., per es., Chiavacci Leonardi ad l.).
Autore: Veronica Ricotta.
Data redazione: 30.04.2020.
Data ultima revisione: 30.06.2020.
1 Meton. Capigliatura della nuca. ||  Propr. parte posteriore del capo tra il collo e la nuca, collottola.
[1] Inf. 32.97: Allor lo presi per la cuticagna / e dissi: «El converrà che tu ti nomi...».