Il verbo (DELI 2 s.v.
colore)
, già att. (con vari significati) nei testi delle Origini (TLIO s.v.
colorare), assume in
Purg. 19.15 il signif. di 'far cambiare il colorito' allo
smarrito volto (
Purg. 19.14), pallido e privo di tono, che si tinge poi
com’ amor vuol (
Purg. 19.15) di «"un colore palido quasi come d’amore" (
Vn XXXVI 1), perlaceo, diverso dal colore scialbo», indicato al v. 9 (vd.
scialbo) come attributo della
femmina balba del v. 7 (vd.
femmina e
balba) (Bellomo Carrai,
ad l.; cfr. anche Chiavacci Leonardi,
ad l.). Inglese
ad l. precisa che il volto dell'innamorato si colora dei «canonici bianco e vermiglio: da
Ct [
Cantico dei Cantici] 5,10 "dilectus meus candidus et rubicundus", fino a Guinizzelli, son.
Vedut’ho, v. 5 "viso de neve colorato in grana"», diversamente da Chiavacci Leonardi
ad l. per cui «sembra inutile pensare ciò che preciso non vuol essere». L'occ. di
Purg. 22.75 assume il signif. metaf. di 'stendere il colore su un disegno' (cfr. TLIO s.v.
colorare 1) per significare 'spiegare in dettaglio', ben chiosata dai commentatori antichi: per es. per
Francesco da Buti ad l. «designare è figurare l’imagine, secondo le lineamenta corporali[...]; e però adiunge: A colorare stenderò la mano; cioè stenderòmi a dire particularmente lo modo»; per i moderni «colorare vuol dire quindi completare ciò di cui si è dato un primo cenno» (Chiavacci Leonardi
ad l.; vd. anche Inglese,
ad l.). Fuor di metafora, Stazio prosegue nell’intento di chiarire meglio e completare cioè che aveva solo accennato sommariamente riguardo la sua conversione, quindi «
disegnare trasferisce al senso di
esprimere, e la traslazione seguendo, siccome il disegno si fa colorando, in vece di dire
stenderò più largamente la narrativa, dice distenderò la mano a colorare (cfr. Lombardi,
ad l.). LVa notato che la correlazione dantesca con il v.
disegnare (vd.) «non è affatto frequente prima o intorno a Dante, proprio per la novità del termine
disegnare; compare semmai la sequenza
(di)pingere e
colorare, in Guinizzelli: «com’om che pinge bene / colora viso», […].» (cfr. Frosini,
Dante disegnatore, p. 88). Nell'occ. di
Rime 9.48 il v. si rif. al fenomeno della
brina (vd. e rel. Nota) che segna l'arrivo dell'inverno che
non puote colorar.
Autore: Elena Felicani.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 22.07.2021.