acutamente avv.
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Commedia |
acutamente Par. 24.95. |
Nota:L'avv. è impiegato da Dante con rif. a un'argomentazione che non potrebbe essere costruita in modo più efficace, ossia il «silogismo» (
Par. 24.94) della rivelazione scritturale. In tal senso,
acutamente presuppone alla base l'agg.
acuto (vd.) nell'accezione fig. di 'sottile, perspicace', anche se la concretezza e la potenza fisica della semantica originale ('affilato, pungente') risultano ancora nitide: tale «silogismo» è infatti "penetrante" e tale da trapassare ogni dubbio grazie alla sua "affilatezza". Nel passo dantesco, l'avv. è in opposizione a
ottuso (vd.), propr. 'smussato, stondato': una qualifica che, per contrasto, spetta alle deboli argomentazioni razionali dei filosofi. Prima di Dante,
acutamente è att. nel volgarizzamento del
Tesoro di Brunetto Latini (cfr. TLIO s.v.
acutamente).
1 [Con rif. alla costruzione di un'argomentazione:] in modo efficace e convincente (
fig.).
[1] Par. 24.95: E io: «La larga ploia / de lo Spirito Santo, ch'è diffusa / in su le vecchie e 'n su le nuove cuoia, / è silogismo che la m'ha conchiusa / acutamente sì, che 'nverso d'ella / ogne dimostrazion mi pare ottusa».
Autore: Barbara Fanini 17.10.2019 (ultima revisione: 04.11.2019).