Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

Vocabolario Dantesco

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avarizia s.f.
Frequenza:
Commedia 10 (3 Inf., 6 Purg., 1 Par.).
Altre opere3 (3 Conv.).
Lista forme e index locorum:
Commedia avarizia Inf. 6.74, 7.48, 19.104, Purg. 19.115, 19.121, 20.82, 22.23, 22.34, 22.53, Par. 19.130.
Altre opere avarizia Conv. 1.9.2, 4.12.4, 4.13.13.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Dal lat. avaritia (LEI s.v., 3.2, 2602.31), a sua volta da avēre 'bramare', att. in volg. già dagli inizi del sec. XIII (vd. TLIO s.v. avarizia). Nella lingua delle origini il termine disegna un quadro semantico ben più ampio di quello attuale, comprendendo sia il valore di 'avidità, cupidigia (di ricchezze, di potere)', oggi non più vitale, sia quello di 'eccessiva parsimonia, tirchieria', sia entrambi. Infatti nel pensiero teologico mediev., che integra la definizione aristotelica di tale peccato data nell'Etica Nicomachea (IV, 1), l'avaritia coincide con la cupiditas e si traduce in un duplice eccesso: «quia vero avaritia est superfluus amor habendi divitias, in duobus excedit; primo enim superabundat in retinendo [[...]], secundo ad avaritiam pertinet superabundare in accipiendo» (Tommaso, S. Th., II.2.118). Coerentemente con tale visione, Dante riconosce nell'avarizia-cupidigia uno dei mali più pericolosi del suo tempo, capace più d'ogni altro d'interferire con l'ordine e la giustizia sulla terra e, in definitiva, di rendere impossibile «il pieno estrinsecarsi della personalità umana» (cfr. ED s.v. avarizia). La struttura semantica proposta associa pertanto in un'unica accezione (§ 1) entrambi i concetti – l'avarizia nell'acquisizione e l'avarizia nella conservazione dei beni temporali –, mentre isola le occ. in cui il termine identifica più esplicitamente uno dei sette peccati capitali (§ 1.1) secondo la tradizionale gerarchia fissata da Gregorio Magno (cfr. ancora ED s.vv. avarizia e avari e prodighi).
1 Smodato desiderio di possesso di beni temporali (ricchezze, potere, onori), orientato all'accumulo frenetico degli stessi o all'eccessiva parsimonia. 
[1] Inf. 19.104: E se non fosse ch'ancor lo mi vieta / la reverenza de le somme chiavi / che tu tenesti ne la vita lieta, / io userei parole ancor più gravi; / ché la vostra avarizia il mondo attrista, / calcando i buoni e sollevando i pravi.
[2] Purg. 20.82: O avarizia, che puoi tu più farne, / poscia c'ha' il mio sangue a te sì tratto, / che non si cura de la propria carne?
[3] Purg. 22.23: Ma dimmi, e come amico mi perdona / se troppa sicurtà m'allarga il freno, / e come amico omai meco ragiona: / come poté trovar dentro al tuo seno / loco avarizia, tra cotanto senno / di quanto per tua cura fosti pieno?».
1.1 Uno dei sette peccati capitali. [In partic.:] vizio punito nel quarto cerchio dell'Inferno e nella quinta cornice del Purgatorio, contrapposto alla prodigalità.
[1] Inf. 6.74: Giusti son due, e non vi sono intesi; / superbia, invidia e avarizia sono / le tre faville c'hanno i cuori accesi».
[2] Inf. 7.48: Questi fuor cherci, che non han coperchio / piloso al capo, e papi e cardinali, / in cui usa avarizia il suo soperchio».
[3] Purg. 19.115: Quel ch'avarizia fa, qui si dichiara / in purgazion de l'anime converse; / e nulla pena il monte ha più amara.
[4] Purg. 19.121: Come avarizia spense a ciascun bene / lo nostro amore, onde operar perdési, / così giustizia qui stretti ne tene, / ne' piedi e ne le man legati e presi...
[5] Purg. 22.34: Or sappi ch'avarizia fu partita / troppo da me, e questa dismisura / migliaia di lunari hanno punita.
[6] Purg. 22.53: però, s'io son tra quella gente stato / che piange l'avarizia, per purgarmi, / per lo contrario suo m'è incontrato».
[7] Par. 19.130: Vedrassi la lussuria e 'l viver molle [[...]]. / Vedrassi l'avarizia e la viltate / di quei che guarda l'isola del foco, / ove Anchise finì la lunga etate...


Autore: Barbara Fanini 29.09.2021 (ultima revisione: 01.11.2021).