avaccio avv.
        
    
        Frequenza:
        
            
                | Commedia | 
                    
                    3 (2 Inf., 1 Par.).                                     | 
            
        
              
    
    
         
Lista forme e index locorum: 
| Commedia | 
avaccio Inf. 10.116 (:), 33.106, Par. 16.70.  | 
| Altre opere | 
avaccio Fiore 186.8 (:). | 
      
    
    
        Locuz. e fras.: Più avaccio 2.
    
    
    
            
    
        
        Nota:Dal comparativo avv. lat. 
vivācĭu(s) ‘più rapidamente’ (vd. DEI s.v. 
avaccio), 
avaccio si spiega fonologicamente come forma con aferesi dissimilativa e successiva inserzione di 
a- (cfr. Rohlfs, § 328). La voce, perduto l’originario valore comparativo e spesso usata anche con funzione di agg., è ben att. sin dal XIII sec. e almeno per tutto il XIV sec. in testi soprattutto tosc.
 (cfr. TLIO s.v. 
avaccio 1,
2 e 
Corpus OVI). A 
Inf. 10.116 ricorre la locuz. avv. 
più avaccio (v. LOCUZ E FRAS.), che gli antichi esegeti (ad es. 
Giovanni Boccaccio, Benvenuto da Imola e 
Francesco da Buti) collegano per lo più al verbo 
pregai, mentre molti commentatori moderni (tra cui Scartazzini-Vandelli, Bosco-Reggio e Chiavacci-Leonardi) accostano al verbo 
mi dicesse. Alessandro Vellutello a 
Inf. 10.116 evidenzia la fiorentinità dell’avv. («
più avaccio, cioè, più tosto (et è mero vocabol Fiorentino)»), mentre Pietro Bembo nelle sue 
Prose (pp. 106-107) segnala 
avacciare e 
avaccio come voci "basse" dell'antico tosc.
 
Locuz. e fras. La locuz. avv. 
più avaccio, svincolata dal primitivo valore comparativo di 
vivācĭu(s) (cfr. 
supra), è ben att. in it. antico (vd. TLIO s.v. 
avaccio 2, 2.2 e 
Corpus OVI).    
 
    
    1 Presto, subito.
[1] Inf. 33.106: Ond' elli a me: «Avaccio sarai dove / di ciò ti farà l'occhio la risposta, / veggendo la cagion che 'l fiato piove».
2 Più avaccio: più in fretta, più rapidamente.
[1] Inf. 10.116: E già 'l maestro mio mi richiamava; / per ch'i' pregai lo spirto più avaccio / che mi dicesse chi con lu' istava.
[2] Par. 16.70: Sempre la confusion de le persone / principio fu del mal de la cittade, / come del vostro il cibo che s'appone; / e cieco toro più avaccio cade / che cieco agnello...
Autore: Francesca Spinelli 20.01.2022 (ultima revisione: 28.02.2022).