Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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stregghia s.f.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Inf.).
Lista forme e index locorum:
Commedia stregghia Inf. 29.76 (:).
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Nota:Prima att. con il primitivo esito tosc. Dal lat. volg. *strĭgĭla(m) 'raschietto' (cfr. Nocentini s.v. striglia) con il normale esito tosc. trecentesco di -GL- in [ggj] (cfr. Castellani, Saggi, pp. 213-221). La voce, nell'espressione menare stregghia e in rima difficile (unica nella Commedia) con tegghia e vegghia, contribuisce alla pregnante similitudine tra il grattarsi furioso dei falsari colpiti dalla scabbia e il vigore con cui il garzone striglia il mantello del cavallo (per il giudizio critico del Bembo nei confronti del passo cfr. Manni, Dante, p. 112). Nonostante le rarissime occ. del termine, l'attrezzo doveva essere ben noto in ambito contadino, come si evince dal Declarus di Angelo Senisio («et est instrumentum ferreum, quo equvi mundantur, quod dicitur strigla») e dalla glossa del Serravalle ad l. («strillia est instrumentum ferreum, cum quo terguntur, confricantur et mundantur equi»).
1 Spazzola metallica usata per pulire il mantello degli equini.
[1] Inf. 29.76: e non vidi già mai menare stregghia / a ragazzo aspettato dal segnorso, / né a colui che mal volontier vegghia, / come ciascun menava spesso il morso / de l'unghie sopra sé per la gran rabbia / del pizzicor, che non ha più soccorso...


Autore: Francesca Spinelli 02.05.2022 (ultima revisione: 06.05.2022).