Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

Vocabolario Dantesco

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sobbarcare v.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Purg.).
Lista forme e index locorum:
Commedia sobbarco Purg. 6.135 (:).
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Prima att. Di etimo discusso, prob. neoformazione da barca (vd. TLIO s.v. barca 2), a sua volta dal prelatino *barrica (LEI s.v. *bar(r)-/*ber(r)- 'fascio, mucchio, carico', 4, 1492.15). Non convincenti le ipotesi che riconducono il verbo a imbarcare con cambio di pref. (DELI s.v.; GDLI s.v.) o al mediolatino *subbrachiare (da brachium) 'prendere sotto braccio' (DEI s.v. sobbarcare). Inglese, ad l., propone dubitativamente l’etimo sub + braca 'cintura' (da escludere anche perché non vi sono esempi di esiti metatetici nell'amplia documentazione fornita da LEI s.v. brācae 'calzoni', 6, 1632-1685). Contini, Un'idea, p. 133, ipotizza una medesima base, il lat. arcus, per sobbarcarsisobbarcolarsi. Tali voci risalgono invece a due etimi differenti in LEI: s.v. *bar(r)-/*ber(r)-, 4, 1496 14-22, per sobbarcarsi (con att. che, oltre a Dante e a Francesco da Buti, si trovano nell’it. contemporaneo e in alcuni dialetti merid.); s.v. arculus 'a forma d’arco', 3.1, 926.2-9, per sobarcolarsi v. rifl. 'sottoporsi, piegarsi, indursi ad affrontare qno' e sobarcolato agg. 'con le vesti alla cintola per consentirsi i movimenti' (att. in Guido Cavalcanti e in Fiore 136.10, vd. anche TLIO s.v.). I commentatori antichi, partendo da etimi diversi, si dividono sull'interpretazione di sobbarcare (e vd. ED s.v.). Da una parte Francesco da Buti intende: «io faccio di me barca, o io mi piego a sopportarlo e a sofferirlo», cui segue Vellutello «Io a tal comune incarco mi sottopongo, e piego»; dall'altra Benvenuto da Imola (ad l.) glossa: «subarco idem est quod subcingo, idest erigo pannos ad cincturam ut sim expeditior ad aliquid agendum», chiosa che corrisponde al traducente sobbarcolata dell'agg. lat. succincta nei volg. trecenteschi di Ovidio, Met. (cfr. TLIO s.v. sobbarcolato; Corpus DiVo). Sulla scia di Benvenuto da Imola, gran parte dell'esegesi moderna (ad es. Chiavacci Leonardi, Inglese, Bellomo-Carrai, ad l.) intende il verbo in senso propr. 'rimboccarsi le maniche' (Contini, Un'idea, p. 133) e quindi in senso fig. 'essere pronto ad agire'. Nell'allusivo contesto dantesco, la forma pron., impiegata nell'esclamazione attribuita al popolo fiorentino «I' mi sobbarco!», esprime, piuttosto che la genuina disponibilità a operare per il bene comune, la voglia smodata di incarichi pubblici. Dopo Dante, l'uso verbale ritorna in Tommaso di Giunta, Conc. Am., in partic. nel sonetto 8.14 Da che Natura ti si chiava e bulla, dove si trova con richiamo dantesco («et di ciò mi sobarco») e in rima con arco (cfr. TLIO s.v.; vd. Viel, «Quella materia ond’io son fatto scriba», p. 362). 
 
 
1 Pron. Assumere su di sé (un onere), farsi carico (estens.). ||  Propr. Piegarsi sotto il peso di qsa sostenendolo.
[1] Purg. 6.135: Molti rifiutan lo comune incarco; / ma il popol tuo solicito risponde / sanza chiamare, e grida: «I' mi sobbarco!». 


Autore: Francesca De Cianni 26.04.2021 (ultima revisione: 08.05.2022).