Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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arcano s.m.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Par.).
Lista forme e index locorum:
Commedia arcano Par. 26.44 (:).
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Prima att. come sost. Latinismo da arcanum (LEI s.v., 3, 855.24). Arcano ricorre come agg. (cfr. TLIO s.v. arcano 1) per la prima volta in Jacopone, O amor de povertate (Jacopone [ed. Ageno], 60.19: «chi nel terzo ciel suo è 'ntrato, - ode arcana profunditate»). Dopo Dante, tolti i commentatori antichi, è att. come agg. o sost. quasi esclusivamente in testi poetici. Dante utilizza il sost. lat. arcanum nel trattare di Adamo in De vulg., 1.5.2 («cum solus adhuc homo existeret, et Deus omnia sine verbis archana nostra discernat»), e nella citazione paolina (II Cor., 12, 2-4) riportata in Ep., 13.79 («“et vidit arcana Dei, que non licet homini loqui”»; nella Vulgata si legge: «et audivit arcana verba»), sulla quale vd. Azzetta, Epistola XIII, ad l. Qui si rileva che Ugo da san Caro «affianca l’esperienza avuta da Giovanni a quella di Paolo». È interessante che Dante in Par. 26.44 stia parlando con l’evangelista Giovanni. A Purg. 29.120 ricorre l’avv. arcanamente (vd.).
1 Ciò che non può essere compreso dalla ragione, mistero.
[1] Par. 26.44: Sternilmi tu ancora, incominciando / l'alto preconio che grida l'arcano / di qui là giù sovra ogne altro bando».


Autore: Cristiano Lorenzi Biondi 25.05.2017 (ultima revisione: 14.05.2018).