ponticello s.m.
Lista forme e index locorum:
Commedia |
ponticelli Inf. 18.15 (:); ponticello Inf. 21.70 (:), 29.25 (:). |
Nota:Deriva da
ponte (vd.), con interfisso
-ic- e suff. dimin.
-ello (cfr. Grossman-Rainer,
La formazione delle parole, pp. 277-278). Il vocabolo nella
Commedia è utilizzato sempre in posizione di rima, ricorre con signif. simili a quelli di
ponte (vd.) e viene impiegato anche in sua diretta
variatio (a
Inf. 21.70;
ponte ricorre al v. 64)
. Si osservi che, a
Inf. 18.15, dato il contesto, in cui si parla di «castelli» (v. 11) e «fortezze» (v. 14), alcuni commentatori si spingono a chiosare
ponticello con 'ponte levatoio', immaginando dunque una struttura mobile (fra i molti, Bosco-Reggio, Casini-Barbi, Chiavacci Leonardi, Fallani, Pasquini-Quaglio,
ad l.).
1 Ponte (forse mobile) che permette il passaggio su un fossato.
[1] Inf. 18.15: Quale, dove per guardia de le mura / più e più fossi cingon li castelli, / la parte dove son rende figura, / tale imagine quivi facean quelli; / e come a tai fortezze da' lor sogli / a la ripa di fuor son ponticelli, / così da imo de la roccia scogli / movien che ricidien li argini e ' fossi / infino al pozzo che i tronca e raccogli.
1.1 [Nell'ottavo cerchio infernale:] arcata monolitica naturale che permette il passaggio su una bolgia collegandone gli argini (
metaf.).
[1] Inf. 21.70: Con quel furore e con quella tempesta / ch'escono i cani a dosso al poverello / che di sùbito chiede ove s'arresta, / usciron quei di sotto al ponticello, / e volser contra lui tutt' i runcigli...
[2] Inf. 29.25: Attendi ad altro, ed ei là si rimanga; / ch'io vidi lui a piè del ponticello / mostrarti e minacciar forte col dito, / e udi' 'l nominar Geri del Bello.
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi 28.11.2019 (ultima revisione: 27.02.2020).