L'immagine, che in Purg. 29.75 accosta le fiammelle dei candelabri alle estremità dei pennelli, ha generato alcuni problemi esegetici. I commentatori moderni propendono per una metafora di tipo pittorico già preferita dai commentatori antichi. In alternativa, la similitudine è stata riferita all'àmbito tessile sulla base del signif. 'drappo, vessillo' (cfr. TLIO s.v.  pennello (2)) e del v. 78 in cui si nominano gli ostendali (vd.) 'stendardi'. A sostegno di quest'ultima tesi cfr. Del Lungo, Panelli, pannelli, pennelli, pp. 512-525. A Purg. 12.64 l'espressione maestro di pennello si colloca tra quelle composizioni con il sostantivo maestro (vd.) + complemento di specificazione, usate a partire dal Duecento per riferirsi alla specialità di un artigiano, come nel caso di «maestro di mannaia» già del Conto navale pisano (cfr. Doc. pis., XII pm. in Corpus OVI) o del «maestro di pietra» (cfr. Doc. sen., 1277-82 in Corpus OVI); per tali dizioni si veda anche GDLI s.v. maestro § 6, in cui vengono citate alcune espressioni che si riferiscono alle professioni di àmbito artistico (quest'ultime con attestazioni più tarde).

Rb presenta a Purg. 29.75 la variante panelli 'pezzi di stoffa imbevuti di liquido combustibile che si accendono come fiaccole'. La prima att. di panello, dal fr. antico panel, è in Rustico Filippi (cfr. GDLI s.v. panello 3; Contini in PD, p. 362, che legge panel; Mengaldo, invece, legge panei, per cui cfr. Corpus OVI). Per l’ipotesi della similitudine tessile vd. supra.