Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

Vocabolario Dantesco

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mensola s.f.
Frequenza:
Commedia 1 (1 Purg.).
Lista forme e index locorum:
Commedia mensola Purg. 10.131.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Prima att. Dal lat. mensula (DELI 2 s.v. mensola), dimin. di mensa 'tavola'. Il termine è impiegato da Dante nell'accezione tecnica d'ambito architettonico, disponibile già in mediolat. (cfr. Viel, «Quella materia ond’io son fatto scriba», s.v. mensola) e destinata a restare vitale nei secoli successivi (cfr. GDLI s.v.; Felici, Michelangelo a San Lorenzo, s.v.). Sulla base delle attestazioni trecentesche e delle glosse di alcuni commentatori (cfr. TLIO s.v. mensola), è possibile, almeno per la fase antica, circoscrivere l'uso del tecnicismo all'area tosc.: cfr. per es. Iacomo della Lana, ad l.: «Et è appellada quella parte o ver lilii, s'è sovro colona, o modeglione se sotto solaro, in lengua toscana mensola». Sul valore della mensola dantesca nella costruzione dell'immagine delle cariatidi – «uno tra i più tipici esempi di dipendenza, anche strutturale, della figurazione plastica dalla funzione architettonica» – cfr. ED s.v. architettura.
1 [Arch.] Elemento aggettante con funzione di sostegno a una struttura sovrastante.
[1] Purg. 10.131: Come per sostentar solaio o tetto, / per mensola talvolta una figura / si vede giugner le ginocchia al petto, / la qual fa del non ver vera rancura / nascere 'n chi la vede; così fatti / vid' io color, quando puosi ben cura.


Autore: Barbara Fanini 21.09.2020 (ultima revisione: 02.11.2020).