Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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latte s.m.
Frequenza:
Commedia 5 (5 Par.).
Lista forme e index locorum:
Commedia latte Par. 5.82 (:), 11.129, 23.57, 23.122, 30.83.
Locuz. e fras.: Lasciare il latte 1, prendere il latte 1.
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: TLIO, Crusca in rete, ED.
Nota:Il sost. occorre soltanto nell'ultima cantica, sempre in contesto fig.: il latte dantesco è infatti simbolico nutrimento dello spirito (§ 1) o dell'intelletto (§ 2), secondo una metafora di lunghissima trad., sia classica sia scritturale (cfr. almeno TLL s.v. lac, 7.2, 814.83; Fiorilla, La metafora del latte, e fonti ivi cit.), che trova ampio riscontro anche nei primi testi volg. (cfr. TLIO s.v. latte). Nel poema è segnatamente sviluppata l'equivalenza fra il latte e l'insegnamento cristiano, dietro la quale si riconosce il richiamo ad alcuni passi di epistole neotestamentarie (cfr. ancora Fiorilla, La metafora del latte, pp. 150-151). In tal senso, il termine s'inserisce con coerenza nell'altrettanto produttiva immagine del "gregge" dei fedeli di cui è «pastor bonus» (Ioann., 10, 14) Cristo stesso o un suo vicario: a Par. 11.99 san Francesco è infatti detto archimandrita (vd.) e, al v. 131, san Domenico è pastore (vd.). In partic., nell'ammonizione al «pecuglio» (Par. 11.124) di quest'ultimo, è perspicuo il rif. del sost. al valore di primitivo, essenziale alimento d'ogni neonato, cui si contrappone una pericolosa e sconosciuta «nova vivanda» (ibid.). Ancora con allusione al senso spirituale, latte torna in altre immagini metaf. attinte, però, al mondo umano: lo spontaneo slancio dell'infante verso la madre o il suo latte traduce efficacemente la naturale tensione mistica dei beati e del pellegrino nell'Empireo. Si assesta invece su un piano intellettuale il dolcissimo latte di Par. 33.57, nutrimento delle Muse: un'accezione cui si lega anche l'uso del v. lattare (vd.) e che trova ulteriori sviluppi nel Dante lat. (cfr. Eg. 2.31, 59). Per le fonti – primariamente, ma non esclusivamente, classiche – di quest'ultima immagine dantesca e, in partic., del nesso latte-eloquenza, latte-ispirazione poetica, cfr. ancora Fiorilla, La metafora del latte, pp. 155-160.
Locuz. e fras. È dantesca la prima att. delle espressioni lasciare/prendere il latte, senz'altro già comuni nell'uso familiare e quotidiano.
1 Liquido bianco prodotto dalla secrezione delle ghiandole mammarie subito dopo il parto e destinato ad alimentare i neonati dei mammiferi (in contesto fig.).
[1] Par. 11.129: e quanto le sue pecore remote / e vagabunde più da esso vanno, / più tornano a l'ovil di latte vòte.
Lasciare il latte: svezzarsi.
[2] Par. 5.82: Non fate com' agnel che lascia il latte / de la sua madre, e semplice e lascivo / seco medesmo a suo piacer combatte!».
Prendere il latte: poppare.
[3] Par. 23.122: E come fantolin che 'nver' la mamma / tende le braccia, poi che 'l latte prese, / per l'animo che 'nfin di fuor s'infiamma...
1.1 Sinedd. Seno materno.
[1] Par. 30.83: Non è fantin che sì sùbito rua / col volto verso il latte, se si svegli / molto tardato da l'usanza sua, / come fec' io...
2 [Con rif. al nutrimento offerto dalle Muse]: ispirazione poetica (in contesto fig.).
[1] Par. 23.57: Se mo sonasser tutte quelle lingue / che Polimnïa con le suore fero / del latte lor dolcissimo più pingue...


Autore: Barbara Fanini 27.11.2019 (ultima revisione: 20.12.2019).