intoppare v.
Nota:Etimo incerto, prob. formazione parasintetica da
toppo 'tronco d'albero reciso' (vd.
TLIO s.v.), a sua volta derivante dal fr. antico e dal franc.
top 'cima, punta' (vd. Bertoni,
L'elemento germanico s.v.
toppo, -a; REW 8787; DEI s.v.
toppo) e affine al lat. mediev.
toppus (vd. Du Cange s.v.) da cui il verbo avrebbe acquisito in it. il signif. di 'sbattere in un toppo', analogo a
inceppare (vd. Nocentini s.v.
toppo). Meno plausibile risulta la derivazione da
*topp, forma onom. per 'colpo' (vd. DELI 2 s.v.
intoppare). Il termine ha le sue prime att. in volg. in due testi del 1292, ovvero nel
Fiore di rett., red. beta con il signif. di 'incontrare all'improvviso' e in
Bono Giamboni, Vegezio dove vale 'imbattersi in un ostacolo', ma è doc. prima di Dante anche nel signif. di 'venire a battaglia, scontrarsi', testimoniato dalla
Cronica fior., p. 1303 (per queste occ. cfr. TLIO s.v.). In Dante il verbo occorre in tre casi solo nella forma
intoppa, presente esclusivamente nell'
Inferno e sempre in sede rimica, ed è usato sia nella forma pron.
intopparsi che in quella trans.
intoppare, entrambe att. anche nei testi precedenti. Le sfumature semantiche presenti nella lingua del Due e Trecento sono sfruttate pienamente da Dante, sebbene, anche in virtù degli impieghi nella
Commedia dei deverbali
intoppo (vd.) e
rintoppo (vd.), il signif. prevalente sia quello che fa rif. a un urto fisico o un intralcio provocato da un ostacolo, mentre il senso di 'incontrare all'improvviso', in cui si sottolinea la subitaneità dell'azione, rappresenta un'accezione secondaria. A
Inf. 7.23 il lemma, usato in forma pron., descrive infatti la veemenza dello scontro tra le schiere degli avari e dei prodighi attraverso il paragone con le onde del Tirreno e dello Ionio che, incontrandosi nello stretto di Messina, si infrangono le une contro altre. La similitudine in tal caso si inserisce in un più ampio contesto semantico che tende ad accentuare tanto la violenza fisica dell'impatto quanto i suoi risvolti morali (vd. ED s.v.
intoppare). Nell'occ. a
Inf. 12.99 Dante usa il lemma transitivamente nel senso di 'ostacolare', con rif. alle schiere di dannati che avrebbero potuto intralciare il percorso del centauro Nesso, mentre il signif. di 'incontrare all'improvviso' att. dal
Fiore di rettorica è presente a
Inf. 25.24, dove il sogg. dell'azione è il drago sulle spalle del centauro Caco, che incenerisce tutti coloro che si trova davanti. In questo passo il vocabolo si distanzia a livello semantico da
scontrare (vd.), presente a
Inf. 25.93, dove esso indica il mescolarsi dei fumi nella metamorfosi tra dannati e serpenti.
Autore: Sara Ferrilli 02.11.2023 (ultima revisione: 25.03.2024).