allumare v.
Frequenza:
Commedia |
5 (2 Purg., 3 Par.). |
Lista forme e index locorum:
Commedia |
alluma Purg. 24.151 (:), Par. 20.1 (:), 28.5; allumati Purg. 21.96; allumò Par. 15.76. |
Nota:Gallicismo dal fr.
allumer (DEI s.v.
allumare),
allumare ricorre già nella lirica del Duecento col signif. di 'ardere', 'infiammare', specie con rif. al fuoco
amoroso (vd. TLIO s.v.
allumare e Viel,
Gallicismi, pp. 256-257). Nella
Commedia il verbo ricorre esclusivamente nella seconda e nella terza cantica (specie in connessione con la grande tematica della luce, che domina il mondo paradisiaco e ne plasma il lessico, per cui vd.
luce e bibliografia ivi indicata). Ha il signif. di 'rischiarare con la propria luce' (
1) a
Par. 20.1 («colui che tutto 'l mondo alluma» è il sole, che dà luce a tutto l'universo) e, in contesto fig. con rif. a Dio, a
Par. 15.76. Quest'ultima occ. è chiosata da Petrocchi (
ad l.): «perché il sole che vi illuminò e vi riscaldò, è perfettamente uguale nel suo ardore e nel suo sapere»; per questa interpretazione dei vv. 76-77, da cui dipende anche la punteggiatura, cfr. almeno Barbi,
Nuova Filologia, pp. 10 e segg. (seguito da Petrocchi,
ad l.). Il verbo ricorre ancora col signif. di 'rischiarare con la propria luce', ma rif. a un'altra fonte luminosa (
1.1), a
Par. 28.5, nella similitudine di colui che, inaspettatamente, vede d'un tratto la fiamma di un doppio candeliere splendere alle proprie spalle (
se n'alluma retro vale «ne è illuminato alle spalle», spiega Sapegno,
ad l.). In senso fig. è rif. alla grazia divina a
Purg. 24.151 (
1.2). Il verbo assume invece il signif. fig. di 'infiammare' (
2) a
Purg. 21.96: nel discorso di Stazio, l'
Eneide è infatti la «divina fiamma» che infiammò di ardore poetico un numero indefinito di poeti.
1 Rischiarare con la propria luce (detto del sole).
[1] Par. 20.1: Quando colui che tutto 'l mondo alluma / de l'emisperio nostro sì discende, / che 'l giorno d'ogne parte si consuma, / lo ciel, che sol di lui prima s'accende, / subitamente si rifà parvente / per molte luci, in che una risplende...
[2] Par. 15.76: Poi cominciai così: «L'affetto e 'l senno, / come la prima equalità v'apparse, / d'un peso per ciascun di voi si fenno, / però che 'l sol che v'allumò e arse, / col caldo e con la luce è sì iguali, / che tutte simiglianze sono scarse.
1.1 [Detto di un'altra sorgente luminosa].
[1] Par. 28.5: Poscia che 'ncontro a la vita presente / d'i miseri mortali aperse 'l vero / quella che 'mparadisa la mia mente, / come in lo specchio fiamma di doppiero / vede colui che se n'alluma retro, / prima che l'abbia in vista o in pensiero, / e sé rivolge per veder se 'l vetro / li dice il vero, e vede ch'el s'accorda / con esso come nota con suo metro; / così la mia memoria si ricorda / ch'io feci riguardando ne' belli occhi / onde a pigliarmi fece Amor la corda.
1.2 [Con rif. alla grazia divina,
fig.].
[1] Purg. 24.151: E senti' dir: «Beati cui alluma / tanto di grazia, che l'amor del gusto / nel petto lor troppo disir non fuma, / esurïendo sempre quanto è giusto!».
[1] Purg. 21.96: Al mio ardor fuor seme le faville, / che mi scaldar, de la divina fiamma / onde sono allumati più di mille; / de l'Eneïda dico, la qual mamma / fummi, e fummi nutrice, poetando...
Autore: Chiara Murru 05.10.2020 (ultima revisione: 02.11.2020).