Vocabolario Dantesco

Accademia della Crusca - CNR Opera del Vocabolario Italiano

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fuio agg.
Frequenza:
Commedia 2 (1 Inf., 1 Par.).
Lista forme e index locorum:
Commedia fuia Inf. 12.90 (:), Par. 9.75 (:).
Corrispondenze: Testi italiani antichi:
Corpus OVI,
DiVo,
LirIO,
Prosa fior. sec. XIII,
Petrarca e Boccaccio.
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Nota:Prima att. Già Parodi collega l'agg. al lat. fur ipotizzando un *furius (Parodi, Lingua, p. 280; cfr. DEI), di cui fuio rappresenta il normale esito tosc. contrapposto alla forma di uguale signif. furo (vd.). L’accostamento è già presente in Crusca (1) (cfr. s.v. fuio). L’equivalenza delle due forme è confermata da un documento del 1305 (riportato da Piattoli, cfr. ED), in cui compare «fuiam sive furam» e da casi simili come vaio e varo. Si veda anche il commento di Giovanni Boccaccio, che nell' esposizione di Inf. 12.90 spiega «quasi dica: “né io altressì son ladrone”; per ciò che noi quelle femine le quali son fure noi chiamiam 'fuie'». Il signif. estens. di Par. 9.75 è già rilevato nell’Ottimo commento, che spiega con «oscura», e da Benvenuto da Imola, che glossa «furtiva et occulta tibi».
1 Che sottrae e ruba, ladro.
[1] Inf. 12.90: Tal si partì da cantare alleluia / che mi commise quest' officio novo: / non è ladron, né io anima fuia.
2 Esser fuio di sé: sottrarsi, rendersi occulto (estens.).
[1] Par. 9.75: «Dio vede tutto, e tuo veder s'inluia», / diss' io, «beato spirto, sì che nulla / voglia di sé a te puot' esser fuia.


Autore: Veronica Ricotta 27.09.2018 (ultima revisione: 22.07.2019).