Vocabolario Dantesco
adimare v.
Commedia 2 (1 Purg., 1 Par.).
Commedia adima Purg. 19.100 (:), Par. 27.77 (:).
Prima att. Parasintetico da imo, verosimilmente nella locuz. ad imo (vd. imo); prob. neoformazione dantesca. Per la semantica di Purg. 19.100 è utile il raffronto con il «rivo» che «d’alto monte scende giuso ad imo» di Par. 1.138. Fra i commentatori è particolarmente calzante la glossa di Benvenuto da Imola («idest, avallatur seu abassatur»). Come precisa Manni, Liguria dantesca, pp. 72-74, il «neologismo dantesco», utilizzato per descrivere il corso del fiume ligure Lavagna, «intende esprimere [...] lo scendere repentino e irruento "d'alto monte ... giuso ad imo", che è appunto il segno distintivo dei fiumi liguri». Adima (sempre in posizione di rima) è att., con chiara reminiscenza dantesca, anche in Jacopo Alighieri, Dottrinale (cap. 55.38, p. 297) e in un sonetto adespoto di un corrispondente del Quirini (Poes. an. tosc.-ven., D. 9a.4, p. 229); in maniera simile, Giovanni Quirini sembra riecheggiare con la locuz. ad ima il rimante dantesco (vd. imo).
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 15.02.2017.
Data ultima revisione: 27.04.2018.
1 Volgere verso il basso.
[1] Par. 27.77: Onde la donna, che mi vide assolto / de l'attendere in su, mi disse: «Adima / il viso e guarda come tu sè vòlto».
1.1 Pron. Scendere repentinamente verso il basso (detto di un fiume).
[1] Purg. 19.100: Intra Sïestri e Chiaveri s'adima / una fiumana bella, e del suo nome / lo titol del mio sangue fa sua cima.