calare v.
Commedia |
17 (6 Inf., 8 Purg., 3 Par.). |
Commedia |
cala Purg. 2.105 (:), 3.52 (:), 11.42 (:), 25.12 (:), Par. 10.90 (:), 22.103 (:); calando Inf. 14.126, Purg. 5.39; calar Inf. 12.58, 27.81, Purg. 32.112; calare Purg. 9.21, Par. 16.90; cale Inf. 12.27 (:); cali Inf. 17.129 (:), 22.113 (:), Purg. 2.28 (:). |
Altre opere |
cala Conv. 4.28.3; calare Conv. 4.28.3; calaro Conv. 4.28.8.
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Calare giù 1.4.
Dal lat. tardo
calare (cfr. LEI s.v., 9, 797), la voce è già ampiamente att. in testi del XIII sec. di vario ambito (cfr.
TLIO s.v.). Nei numerosi contesti della
Commedia si percepisce sempre l’idea del moto dall’alto verso il basso, declinata in varie accezioni a seconda dell’oggetto in movimento. Per il sintagma
calare al fondo presente a
Inf. 14.126 (§
1) e da Dante usato in senso propr. con rif. alla discesa nell'Inferno, si veda l'articolo di Castellani Pollidori,
Spigolature, pp. 406-414, che, a partire da un'att. collodiana, ne traccia la diffusione soprattutto in ambito marinaresco come espressione fissa per 'andare a picco', ipotizzando già nel lat. volg. l’esistenza del tipo *
calare ad fundum. Oltre all'occ. della
Commedia e agli ess. raccolti dalla studiosa, una ricerca sul
Corpus OVI permette di individuarne occ. per la lingua antica anche in
Sinibaldo da Perugia, Fedra (a. 1384), che risente dell’uso dantesco, considerato il contesto infernale del passo (con partic. rif. a Cerbero): «d'un che latrava tempestoso e forte / odier sonare una terribil voce. / Quest'era quel portir che nelle porte / de questa parte, dela qual se cala / al fondo de più dura e pegior morte» (cap. 21.95, pag. 228); in
A. Pucci, Centiloquio (a. 1388): «Ah Sire Iddio, / pochè fortuna mi minaccia forte, / deh fa pitetti passi al calar mio, / sicch'io al fondo in un punto non cali, / come dimostra lo principio rio» (c. 22, terz. 4, vol. 1, pag. 248), e nella
Destr. de Troya (XIV, napol.): «e facea gran tempestate in tal maynera che la nave per lo multo straquamiento che avea, ora mo' la poppa parea che se calasse in fundo» (L. 5, pag. 85.36).
Autore: Daniele Sorba.
Data redazione: 20.02.2025.
Data ultima revisione: 23.07.2025.
1 Muovere da un luogo più alto a uno più basso, scendere.
[1] Inf. 14.126: Ed elli a me: «Tu sai che 'l loco è tondo; / e tutto che tu sie venuto molto, / pur a sinistra, giù calando al fondo, / non sè ancor per tutto 'l cerchio vòlto...
1.1 Assol. Andare giù, scendere.
[1] Inf. 12.58: Io vidi un' ampia fossa in arco torta, / [[...]] e tra 'l piè de la ripa ed essa, in traccia / corrien centauri, armati di saette, / come solien nel mondo andare a caccia. / Veggendoci calar, ciascun ristette...
[2] Par. 22.103: La dolce donna dietro a lor mi pinse / con un sol cenno su per quella scala, / sì sua virtù la mia natura vinse; / né mai qua giù dove si monta e cala / naturalmente, fu sì ratto moto / ch'agguagliar si potesse a la mia ala.
1.1.1 [Rif. a un uccello in volo:] abbassarsi di quota.
[1] Inf. 17.129: Come 'l falcon ch'è stato assai su l'ali, / che sanza veder logoro o uccello / fa dire al falconiere «Omè, tu cali!», / discende lasso...
– Scendere in picchiata.
[1] Purg. 9.21: in sogno mi parea veder sospesa / un' aguglia nel ciel con penne d'oro, / con l'ali aperte e a calare intesa...
[2] Purg. 32.112: Non scese mai con sì veloce moto / foco di spessa nube, quando piove / da quel confine che più va remoto, / com' io vidi calar l'uccel di Giove / per l'alber giù, rompendo de la scorza...
[1] Inf. 12.27: e quello accorto gridò: «Corri al varco; / mentre ch'e' 'nfuria, è buon che tu ti cale». / Così prendemmo via giù per lo scarco...
[2] Purg. 2.105: A quella foce ha elli or dritta l'ala, / però che sempre quivi si ricoglie / qual verso Acheronte non si cala».
1.2.1 Pron. Gettarsi verso il basso.
[1] Inf. 22.113: Alichin non si tenne e, di rintoppo / a li altri, disse a lui: «Se tu ti cali, / io non ti verrò dietro di gualoppo, / ma batterò sovra la pece l'ali.
1.3 Pron. [Rif. a un corso d'acqua:] scorrere verso valle.
[1] Par. 10.90: qual ti negasse il vin de la sua fiala / per la tua sete, in libertà non fora / se non com' acqua ch'al mar non si cala.
1.4 Trans. Mandare in basso.
Calare giù: far scendere.
[1] Purg. 25.12: E quale il cicognin che leva l'ala / per voglia di volare, e non s'attenta / d'abbandonar lo nido, e giù la cala...
2 Piegare in giù (le ginocchia), flettere.
[1] Purg. 2.28: allor che ben conobbe il galeotto, / gridò: «Fa, fa che le ginocchia cali. / Ecco l'angel di Dio: piega le mani...
[1] Inf. 27.81: Quando mi vidi giunto in quella parte / di mia etade ove ciascun dovrebbe / calar le vele e raccoglier le sarte...
3 [Rif. al terreno:] digradare.
[1] Purg. 3.52: «Or chi sa da qual man la costa cala», / disse 'l maestro mio fermando 'l passo, / «sì che possa salir chi va sanz' ala?».
[2] Purg. 11.42: «Deh, se giustizia e pietà vi disgrievi / [[...]] mostrate da qual mano inver' la scala / si va più corto; e se c'è più d'un varco, / quel ne 'nsegnate che men erto cala...
4 [Rif. al sole:] tramontare.
[1] Purg. 5.39: Vapori accesi non vid' io sì tosto / di prima notte mai fender sereno, / né, sol calando, nuvole d'agosto...
5 Sost. Il decadere di rango.
[1] Par. 16.90: Io vidi li Ughi e vidi i Catellini, / Filippi, Greci, Ormanni e Alberichi, / già nel calare, illustri cittadini...