Dal lat.
villa (DELI 2 s.v.), il sost. è att. in volg. sin dagli inizi del sec. XIII (cfr. TLIO s.v.
villa). Il vocabolo comporta alcuni problemi interpretativi. L'incertezza maggiore è data dalle occ. raccolte sotto il §
1, per le quali non è sempre agevole distinguere tra i diversi valori presenti in it. antico. A
Par. 22.44, l'espressione
ville circunstanti per indicare i villaggi intorno a Montecassino, convertiti al cristianesimo, richiama Greg. M.,
Dial., II, VIII, 2: «circumquaque multitudinem praedicatione continua ad fidem vocabat». Così interpretano Chiavacci Leonardi e Inglese (ed. e comm.),
ad l.; mentre altri propendono per «città» (Casini-Barbi, Porena) o, in senso opposto, per «campagne» (Scartazzini-Vandelli, Fallani). L'occ. di
Inf. 15.8 si riferisce ai piccoli centri abitati del distretto di Padova («lo so tenimento»
Maramauro; «paesi» Ferretti Cuomo,
ad l.), messi al riparo dalle esondazioni del Brenta grazie agli «argini... realizzati dai padovani soprattutto lungo il tratto del fiume che andava dal territorio di Noventa verso la laguna, verso Oriago» (Franzin,
A proposito degli argini, p. 8). Alcuni commentatori glossano «città» (Pasquini-Quaglio, Fosca, Malato). Non si esclude il signif. di 'tenuta agricola con annessa abitazione', come riporta Bellomo,
ad l. («poderi») e già
Boccaccio («campi e lavorii delle villate e delle castella, le quali per lo piano di Padova sono»). Anche nel caso di
Purg. 18.83 si è discusso sul valore del vocabolo: sulla scorta della chiosa di Benvenuto «ipsa Mantua», una parte dell'esegesi moderna riconduce
villa a 'città' (Scartazzini, Sapegno); un'altra, in linea con la glossa di
Francesco da Buti «tutte l'altre ville di Mantova», intende 'villaggio' o 'borgo' (Hollander, Inglese [ed. e comm.]; per ulteriori riscontri cfr.
ED s.v.). L'accezione di 'insediamento urbano' (§
3, e così anche in
Fiore 72.10 e 121.7) è
gallicismo, calco semantico dal fr. antico
ville o dal prov.
vila (cfr. Cella,
I gallicismi, pp. XXXI-XXXII, nota 31; Viel,
I gallicismi, pp. 164-165). In partic. la
gran villa identifica Firenze a
Inf. 23.95 (come sottolineano le
Chiose Selmi: «La gran villa che è sopra al fiume d'Arno si è Fiorença» e
Maramauro: «Fiorenza è la magior terra che sia sopra el fiume de Arno»).
Locuz. e fras. L'espressione
uom della villa, preceduta solo dall'analoga att. («lle femmine di villa») del
De Amore di
Andrea Cappellano volg., è impiegata in una similitudine agreste (
Purg. 4.19-21) per indicare l'abitante della campagna, ossia il contadino (
Francesco da Buti: «cioè lo villano»), intento a difendere l'uva matura dalle insidie dei ladri. Il rif. all'
uva induce Benvenuto da Imola a specificare «custos vel cultor vineae». Per
gran villa vd.
Nota.
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 26.04.2021.
Data ultima revisione: 30.04.2024.