Vocabolario Dantesco
sorbo s.m.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia sorbi Inf. 15.65 (:).
«Tra li lazzi sorbi / si disconvien fruttare al dolce fico» (vv. 65-66) alla lettera vale ‘non può accadere che il fico produca i suoi dolci frutti in mezzo ai sorbi amari’ e metaforicamente si riferisce alla sorte di Dante, uso a «ben far» (v. 64) in mezzo all’«ingrato popolo maligno» fiorentino (v. 61). La metafora ha ascendenza evangelica: «Numquid colligunt de spinis uvas aut de tribulis ficus?» (Matth. 7.16-18, cfr. Inglese ad l.) ma nel nostro caso con rif. ai sorbi, che generano frutti piccoli e lazzi (vd.), cioè aspri (cfr. Georg. III 380 «acidis … sorbis»); il lazzo sorbo è ripreso in Boccaccio, Ameto, 1341-42 (cfr. Corpus OVI e vd. lazzo). È corretto il commento di Francesco da Buti: «ser Brunetto usa uno colore, che si chiama denominazione in latino, et in greco metafora; quando una dizione si tramuta dal suo proprio significato allo impropio, come fa l'autore che pone li sorbi per li aspri cittadini, e lo fico per lo dolce, come era elli e li suoi simili...» (TLIO s.v. sorbo). Il richiamo di Brunetto in Francesco da Buti può aver generato l’ipotesi di Chiavacci Leonardi, che riconosce nel passo un modo proverbiale «forse proprio del Brunetto storico», senza fornire rif. testuali specifici. In Diz. modi di dire, al n. 602 si trova «conoscere le sorbe dai fichi» var. di «conoscere i tordi dagli stornelli» con il signif. di ‘sapere bene con che cosa si ha a che fare; agire con buon senso e oculatezza’.
Autore: Veronica Ricotta.
Data redazione: 10.12.2018.
Data ultima revisione: 23.03.2021.
1 [Bot.] Albero che produce frutti di sapore aspro.
[1] Inf. 15.65: Ma quello ingrato popolo maligno / che discese di Fiesole ab antico, / e tiene ancor del monte e del macigno, / ti si farà, per tuo ben far, nimico; / ed è ragion, ché tra li lazzi sorbi / si disconvien fruttare al dolce fico.