Vocabolario Dantesco
raccosciare v.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia raccoscio Inf. 17.123 (:).
Att. solo nella Commedia e cit. nei commentatori. Formazione verb. parasintetica su coscia (vd.) con doppio pref. Rispetto ad accosciare (vd.), il verbo andrà probabilmente inteso con valore iterativo, più che intensivo (cfr. Santoro, Sulla voce parasinteti, pp. 315-317). Il valore semantico attribuibile a raccosciare appare strettamente correlato alla postura assunta da Dante sul dorso di Gerione, sulla quale, tuttavia, non c’è accordo fra i commentatori. In linea con Chiavacci Leonardi (ad l. e a Inf. 17.121), il signif. proposto in def. – coerente con quello del verbo con pref. semplice – è costruito supponendo che il pellegrino sia seduto sul mostro (come su di una «navicella», v. 100) e non già a cavallo di esso. Quest'ultima interpretazione, che pure non è da escludersi, assegnerebbe invece a raccosciare il senso di 'stringere le cosce attorno alla cavalcatura' (cfr. per es. Benvenuto da Imola, ad l.: «raccoscio, idest recolligo et restringo me cum cossis ad bestiam, quia cossae cum genibus sunt quae equitant»). Per un riesame della questione e per il peso che in essa assume la var. scoscio (vd. stoscio), cfr. ancora Santoro, ivi, p. 316, nota n. 6.
Autore: Barbara Fanini.
Data redazione: 31.05.2017.
Data ultima revisione: 07.05.2018.
1 Pron. Raccogliere le cosce a sé, rannicchiarsi.
[1] Inf. 17.123: Allor fu' io più timido a lo stoscio, / però ch'i' vidi fuochi e senti' pianti; / ond' io tremando tutto mi raccoscio.