Vocabolario Dantesco
pertugiare v.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia pertugia Inf. 28.23 (:).
Vocabolari: Crusca in rete, ED.
Dal lat. volg. *pertusiare, a sua volta da pertusus, part. pass. di pertundere 'traforare, trafiggere' (Nocentini s.v. pertugio). Il verbo, ben att. prima di Dante, in it. antico presenta in generale signif. e usi simili a quelli di forare (vd.; cfr. GDLI s.v. pertugiareCorpus OVI). Nel panorama delle att. antiche, tuttavia, Dante è l'unico ad utilizzare il verbo pronominalmente, in un passo reso complicato da una mixtura verborum che ha il suo centro nell'inversione dei due emistichi del v. 23 rispetto al normale ordine sintattico (cfr. Beltrami, Metrica e sintassi, pp. 14-15). Il pronome che accompagna il verbo, dato il contesto, rende il verbo intrans. e, prob., dal punto di vista semantico, fa sì che il verbo non indichi semplicemente il 'bucarsi', lo 'squarciarsi' o l''aprirsi' della veggia (vd.), bensì il suo 'apparire aperta'. Dunque, il pertugiar(si) dantesco indicherebbe la realizzazione e lo stato finale di un processo avvenuto spontaneamente sul sogg. inanimato, caratteristica che anche il GDLI (s.v. pertugiare, § 5) sostanzialmente gli riconosce (per casi simili, vd. i cosiddetti "verbi riflessivi anticausativi" in Enciclopedia dell'italiano s. vv. riflessivi, verbi, § 2.7 e transitivi e intransitivi, verbi, § 2.2.3). Inoltre, pertugiare fa parte della serie di vocaboli appartenenti all'àmbito del 'rompere/troncare', dell''aprire' e del 'ferire/dividere' che caretterizzano Inf. 28 e la bolgia nona (vd., per es., dilaccarefessoforato, mozzotronco ecc.). Dal punto di vista prosodico, pertugia, rima unica nella Commedia, è registrato da Baldelli (in ED s.v. rima, § 16, p. 946) come una delle componenti della «nimia repercussio, sia pure sotto forma di assonanza», data dall'intreccio di -ulla (nulla [20] : lulla [22]: trulla [24]) e -ugia (pertugia [23] : minugia [25] : trangugia [27]), in un contesto di rime aspre che coinvolge tutto il canto (cfr. anche Baldelli cit., § 13.3, p. 943). Nella Commedia è att. anche il deverbale pertugio (vd.).
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 29.02.2020.
Data ultima revisione: 30.06.2020.
1 Pron. [Detto di un corpo inanimato:] apparire aperto (per la mancanza di qsa).
[1] Inf. 28.23: Già veggia, per mezzul perdere o lulla, / com' io vidi un, così non si pertugia, / rotto dal mento infin dove si trulla.