Vocabolario Dantesco
accampare v.
Commedia 1 (1 Purg.).
Commedia accampa Purg. 8.80 (:).
Prima att. Parasintetico da campo (vd.). Per il signif. espresso in def. cfr. almeno Bonvesin da la Riva, De magnalibus Mediolani, cap. V, dist. XXIII (dal titolo De vipera Vicecomitum; cfr. Chiesa, Bonvesin, pp. 126-129): «nec alicubi umquam castrametur noster exercitus, nisi prius visa fuerit vipera super arborem aliquam locata consistere», e Iacomo della Lana (glossa a Purg. 8.80): «Perch’è iurisdizione di quella arme che sempre quando li Melanesi vanno in oste dove si pone quella insegna, sì si pone il campo» (per un commento ai passi cfr. già Novati, Indagini e postille, pp. 152-160; glosse simili in Pietro Alighieri [red. I] e Francesco da Buti). Tale signif. è confermato dalla semantica generale della corrispondente voce TLIO. Perciò sembrerebbe incongruo il signif. registrato, per la prima volta rispetto alle precedenti impressioni, in Crusca (5) s.v. accampare § II, «Avere, Portare nel campo dello Scudo o dell’Arme gentilizia», dove si considera Milanesi come soggetto collettivo e che come oggetto.
Autore: Cristiano Lorenzi Biondi.
Data redazione: 21.10.2016.
Data ultima revisione: 08.05.2018.
1 Radunare l'esercito in un accampamento (in contesto fig.).
[1] Purg. 8.80: Non le farà sì bella sepultura / la vipera che Melanesi accampa, / com' avria fatto il gallo di Gallura.