Vocabolario Dantesco
innoltrare v.
Commedia 1 (1 Par.).
Commedia innoltra Par. 21.94.
Prima att. Formazione parasintetica su oltre, con pref. in-, utilizzato in modo «seriale» (Contini, Un'idea, p. 200) nella terza cantica (per cui vd. almeno imparadisareincielare e indovare). Come spiega Viel («Quella materia ond'io son fatto scriba», p. 100), «può trattarsi di neologismo dantesco, dato che forme verbali analoghe, dal lat. ŭltra, non si riscontrano in altri domini romanzi». Il verbo ricorre esclusivamente a Par. 21.94, nel discorso di San Pier Damiano, dove indica in maniera pregnante che la risposta alla domanda del pellegrino («quel che tu chiedi», v. 95) si addentra nelle profondità degli eterni decreti divini tanto da risultare irraggiungibile per ogni mente creata (da ogni «creata vista», v. 96). Il verbo dantesco, nella forma inoltrarsi e col signif. di 'andare oltre', 'addentrarsi, avanzare in un luogo' ha avuto poi grande fortuna nella lingua italiana (per cui cfr. GDLI s.v. inoltrare).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 01.02.2019.
Data ultima revisione: 11.12.2021.
1 Pron. Procedere oltre, addentrandosi in profondità.
[1] Par. 21.94: Ma quell' alma nel ciel che più si schiara, / quel serafin che 'n Dio più l'occhio ha fisso, / a la dimanda tua non satisfara, / però che sì s'innoltra ne lo abisso / de l'etterno statuto quel che chiedi, / che da ogne creata vista è scisso.