Vocabolario Dantesco
fiele s.m.
Commedia 3 (1 Inf., 1 Purg., 1 Par.).
Altre opere2 (2 Fiore).
Commedia fele Inf. 16.61; felle Par. 4.27 (:); fiele Purg. 20.89 (:).
Altre opere fele Fiore 16.2 (:), 205.12 (:).
Dal signif. primario di ‘bile’, il vocabolo è usato fin dal sec. XIII nell’accezione estens. di ‘liquido dal sapore amaro', prestandosi a usi fig. (cfr. TLIO e vd. amaro). Assai comune la dittologia con aceto (vd.), come a Purg. 20.89, dove è chiara la reminiscenza evangelica (Matth. 27, 34, e 27, 48, cfr. Inglese ad l.). In senso fig. e con chiaro rif. all’amarezza caratteristica del liquido nell’espressione comparativa «più amaro che fiele» in Fiore (espressione già di Guittone).
Autore: Veronica Ricotta.
Data redazione: 27.09.2018.
Data ultima revisione: 11.01.2021.
1 Liquido dal sapore amaro (in contesto fig.).
[1] Inf. 16.61: Lascio lo fele e vo per dolci pomi / promessi a me per lo verace duca; / ma 'nfino al centro pria convien ch'i' tomi».
[In combinazione con aceto, rif. fig. alle sofferenze di Cristo nella Crocifissione].
[2] Purg. 20.89: Veggiolo un' altra volta esser deriso; / veggio rinovellar l'aceto e 'l fiele, / e tra vivi ladroni esser anciso. 
1.1 [Con rif. a qsa di difficile da accettare:] sapore amaro, nell'espressione avere di fiele (estens.). 
[1] Par. 4.27: Queste son le question che nel tuo velle / pontano igualmente; e però pria / tratterò quella che più ha di felle