Dal lat. tardo
culcitra, a sua volta da
culcita 'cuscino, materasso' (DELI 2 s.v.
coltre; Nocentini s.v.), o meno prob. per tramite del fr. antico
coutre (DEI s.v.
coltre; cfr. FEW II-2, 1492b, s.v.
culcita). Il vocabolo, doc. anche nel mediolat. col signif. di 'coperta' in alcuni inventari bologn. databili dal 1211 (cfr. Sella,
Gloss. lat.-emil., s.v.
cultra; vd. anche Du Cange s.v. e MLW s.v. *
cultra 1), si registra ampiamente in volg. a partire dagli inizi del sec. XIII nel
Libro di
Uguccione da Lodi e, nella forma
coutra, nei
Proverbia que dicuntur nella locuz. propr.
soto coutra 'in un letto, comodamente' (cfr. TLIO s.v.
coltre). Il sost., inteso come 'coperta da letto', è di uso comune nell'it. antico rispetto al corrispettivo
coperta, di diffusione invece ancora limitata (cfr. TLIO s.v.
3.1) e non att. in Dante, a parte il
Fiore.
Locuz. e fras. L'unica occ. dantesca di
coltre compare in rima (:
oltre :
spoltre) a
Inf. 24.48, nella locuz.
sotto coltre che Virgilio pronuncia entro una sentenza volta a persuadere Dante affinché vinca la sua pigrizia con l'impegno. L'espressione, letteralmente 'sotto le coperte', assume qui il senso fig. di '(stare) in ozio', a sottolineare l'atteggiamento di chi poltrisce, conducendo una vita inattiva. Così è intesa dai commentatori antichi, ad es. Benvenuto da Imola: «quasi dicat: vacando somno, marcendo otio, affluendo deliciis non potest perveniri ad famam»; Cristoforo Landino: «che è coperta del lecto, per la vita somnolenta pigra otiosa delicata et voluptuosa». Con tale valore, esclusivo del poema, la locuz. entra nell'uso, sebbene si trovi già nei
Proverbia que dicuntur in senso propr. (vd.
supra). Ricorre inoltre nella
Lamentatio beate Virginis Marie di
Enselmino da Montebelluna, della prima metà del sec. XIV con la stessa sequenza rimica
oltre :
coltre :
spoltre (cfr. TLIO s.v.
coltre 1.2).
Autore: Francesca De Cianni.
Data redazione: 22.01.2025.
Data ultima revisione: 19.07.2025.