Vocabolario Dantesco
cappuccio s.m.
Commedia 2 (1 Inf., 1 Par.).
Commedia cappucci Inf. 23.61; cappuccio Par. 29.117.
In entrambe le occ., il cappuccio è il copricapo cucito alla cappa indossata dai religiosi. A Inf. 23.61, in partic., le cappe con «cappucci bassi dinanzi a li occhi» sono le pesanti tonache, dorate all'esterno e rivestite di piombo all'interno, indossate dai peccatori della sesta bolgia (gli ipocriti, raffigurati appunto nell'abbigliamento tipico degli uomini di chiesa) e sono fatte «de la taglia che in Clugnì per li monaci fassi» (vv. 62-63). Il secondo luogo in cui ricorre il vocabolo, invece, è a Par. 29.117, in rif. ai predicatori, mossi esclusivamente dalla vanità. Questa occ. è variamente chiosata dai commentatori: alcuni identificano il cappuccio con il predicatore stesso (sulla questione vd. ED s.v. cappuccio e TLIO s.v. cappuccio), ma pare più convincente l'interpretazione del vocabolo secondo il signif. proprio. A tal proposito vd. Cesari, Bellezze, pp. 555-6, che spiega: «A predicare: e pur che ben si rida, gonfia 'l cappuccio, e più non si richiede. Il cappuccio allora era usato da tutti, e più largo i preti. Dice dunque, che il predicatore sentendosi applaudire dal popolo, scuote ed allarga sollalzando il cappuccio, pavoneggiandosi e facendosi bello; e non cerca più in là».
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 27.09.2018.
Data ultima revisione: 21.07.2020.
1 Copricapo di forma appuntita, cucito al collo della cappa, indossato dai religiosi.
[1] Inf. 23.61: Elli avean cappe con cappucci bassi / dinanzi a li occhi, fatte de la taglia / che in Clugnì per li monaci fassi.
[2] Par. 29.117: Ora si va con motti e con iscede / a predicare, e pur che ben si rida, / gonfia il cappuccio e più non si richiede.