Vocabolario Dantesco
brancolare v.
Commedia 1 (1 Inf.).
Commedia brancolar Inf. 33.73.
Da branca (vd.) (LEI, s.v. branca, 7, 128.34). Att., prima dell'uso dantesco, esclusivamente in Bonvesin, Volgari (nella forma brancorar, per cui cfr. Marri, Bonvesin, pp. 52-53) col signif. di 'toccare, tastare' (vd. anche TLIO s.v. brancolare). Nel contesto di Inf. 33.73, il verbo brancolare indica l'azione del conte Ugolino che, reso cieco dall'inedia, muove le mani procedendo a tentoni sopra i corpi dei figli ormai morti, nell'angusta cella della torre della Muda (il «doloroso carcere» del v. 57): il verbo è poi ripreso da Boccaccio, Decameron IV, 10, nell'accezione dantesca di 'tastare qua e là senza vedere'. In gen., l'accez. dantesca è alla base del signif. e dell'uso del verbo dal Trecento fino a oggi (vd. anche GDLI s.v. brancolare).
Autore: Chiara Murru.
Data redazione: 02.09.2019.
Data ultima revisione: 30.06.2020.
1 Tastare qua e là senza vedere.
[1] Inf. 33.73: Quivi morì; e come tu mi vedi, / vid' io cascar li tre ad uno ad uno / tra 'l quinto dì e 'l sesto; ond' io mi diedi, / già cieco, a brancolar sovra ciascuno, / e due dì li chiamai, poi che fur morti.