Inf. 11.36: chollecte Po, Add. 22780.
Prima att. Dal lat. mediev.
tollecta (cfr. GDT s.v.
tollecta). Il sost. appare strettamente legato al lat. mediev.
maltollectum ma, a differenza di quest'ultimo, non risulta nei lessici mediolat. e compare in testi documentari altomedievali di area fior. (cfr. GDT, pp. 138 e 666, s.v.
tolletta) col signif. generic. di 'acquisizione di denaro'. In it. antico, il sost. è att. per la prima volta nella
Commedia (cfr.
Corpus OVI) e conosce rarissime att., tutte limitate ai commenti danteschi: nella sua unica att. a
Inf. 11.36, il termine assume il signif. connesso all'idea del maltolto e del furto, in analogia al
maltolletto di
Par. 5.33, e vale appunto 'ruberia, sottrazione di beni inflitta al prossimo', con diretto rif. all'azione dei predoni (vd.
predone); così del resto glossano anche i commentatori antichi, come ad es. l'Anonimo Fiorentino (
ad l.): «
Et tollette dannose: ciò è ruberie con danno et vergogna del prossimo». Il sost. appare inoltre semanticamente contiguo alla «mal tolta moneta» a
Inf. 19.98, laddove Dante usa tale espressione con rif. agli indebiti introiti grazie ai quali Papa Niccolò III fu convinto a sostenere Giovanni da Procida contro Carlo d'Angiò (vd.
moneta).
Varianti. La variante
chollecte di Po (e condivisa da Add. 22780), imputabile a mero scambio paleografico, non è priva di implicazioni lessicografiche. Il banale errore conferirebbe infatti al sost.
colletta, unito all'agg.
dannoso, il valore di 'imposizione di denaro indebita e funesta’ (vd. TLIO s.v.
colletta). Tuttavia, come osserva Petrocchi (
ad l.): «colletta può anche stare per 'imposizione', 'sequestro', 'operato d'arbitrio', e quindi pretendere il chiarimento in senso aggravante di dannose, ma richiede la presenza di un'autorità che abusi del proprio potere (…); si tratta qui, invece, dei predoni di cui verrà detto poco dopo, al v. 38».
Autore: Matteo Cambi.
Data redazione: 12.02.2024.
Data ultima revisione: 25.03.2024.